Il genere Artemisia famiglia composite: 5 varietà terapeutiche
Le cinque varietà terapeutiche del genere artemisia famiglia composite o asteracee sono: abrotanum, absinthium, cina, dracunculus, vulgaris; sono usate in fitoterapia, la specie cina e abrotanum formano dei rimedi omeopatici sintomatici. L’abrotano in tintura madre con alcool di 65° fornisce come materia prima la parte aerea fiorita.
Nel dizionario francese delle droghe semplici del 1698, Nicolas Lémery così dice delle proprietà terapeutiche dell’abrotano: resiste al veleno, uccide i vermi, stimola l’urina e il mestruo, scaccia i venti, fa crescere i capelli se lo si schiaccia e lo si applica sul capo; in fitoterapia si sfrutta l’attività eupeptica, coleretica ed epatoprotettrice; altre azioni sono: in convalescenza, astenia, mancanza di appetito, inappetenza nei bambini, negli anemici; dosi eccessive e trattamenti prolungati possono indurre fenomeni secondari come cefalea e nausea dovuti alla sostanza tujone; altri principi attivi sono: olio essenziale, abrotina, alcaloide simile alla chinina, resina, amari, cumarine.
L’abrotanum è un rimedio omeopatico sintomatico del secondo stadio linfoghiandolare per il miasma o diatesi tubercolinismo: quest’ultimo viene suddiviso in 3 stadi, umorale, linfoghiandolare, demineralizzante; per ogni stadio ci sono rimedi di fondo e rimedi sintomatici: i rimedi di fondo dello stadio linfoghiandolare sono soprattutto il natrum muriaticum e lo iodum; i rimedi sintomatici, oltre l’abrotanum, sono arsenicum iodatum e rhus toxicodendron.
La specie absinthium viene chiamata assenzio maggiore: la materia prima è rappresentata dalle parte aerea fiorita. Nell’antico Egitto era consacrato a Iside, dea della magia. L’assenzio anticamente definito “erba santa o “erba dei vermi” nella tradizione popolare, simbolo della vita nell’Antico Testamento, viene consigliato dalla Scuola Medica Salernitana come rimedio per il mal di mare e suggerito dal medico tedesco Tabernaemontanus nel 1588 per le persone tristi.
Nel XIX secolo veniva apprezzato come liquore, nel vermouth soprattutto in Francia tra artisti, bohemiens, scrittori come Balzac, Baudelaire, Verlaine, Rembaud; l’assenzio si ritrova in alcuni dipinti di Manet, viene citato nell’Amleto di Shakespeare; successivamente il vermouth venne aromatizzato con altre piante diverse dall’assenzio perché tossico: l’uso prolungato e in dosi eccessive provoca sintomi di degenerazione irreversibile del sistema nervoso chiamato absintismo; viene stabilita la gradazione alcolica del vermut che deve variare tra 15,5% e 22% e contenere piccole quantità di artemisie.
Le sostanze contenute sono: olio essenziale contenente a sua volta derivati terpenici, tujone, fellandrene, acetato di tujolo), sostanze amare come l’absintina, resine, flavonoidi, acidi organici. Per dosi terapeutiche si utilizza in difficoltà digestive, debilitazione generale, astenia, inappetenza, convalescenza, discinesia delle vie biliari, regolatore del ciclo mestruale, debole azione antielmintica; dosi maggiori e l’uso prolungato provocano cefalea, vertigini, vomito, convulsioni per il tujone presente. Dunque diluendo questa specie di assenzio, artemisia absinthium, si elimina la tossicità, e si ottiene una medicina omeopatica vermifuga, per la cui preparazione si adopera anche la specie che descriverò di seguito artemisia cina.
L’artemisia cina si utilizza in omeopatia evitando la sua tossicità; viene anche chiamata assenzio di mare. La materia prima è rappresentata dai capolini aerei non sbocciati; detta semen contra pianta aromatica di origine del Turkestan; contiene l’alfa santonina ad azione antielmintica, soprattutto nei confronti dei nematodi ascaridi; l’olio essenziale contiene il tujone, tujolo; ulteriori sostanze sono principi resinosi e un glucoside amaro; ha un’attività vermifuga più marcata delle altre artemisie, impiegata anche contro gli ossiuri, vermi patogeni più frequenti; è consigliabile utilizzare le prime diluizioni centesimali omeopatiche per la tossicità della santonina già per la dose di 0,3 grammi. La medicina omeopatica cina, oltre che vermifuga si adopera per i disturbi riflessi e psicosomatici dovuti ai parassiti intestinali; ulteriori impieghi sono: problemi dentari, pertosse e alcuni casi di enuresi.
L’artemisia dracunculus è chiamata anche estragone o dragoncello: è una pianta aromatica di cui si impiegano sempre le sommità fiorite; è originaria della Russia e Siberia; nei paesi del Mediterraneo si impiega come spezia e stimolante dell’appetito; nell’olio essenziale è presente il fellandrene; ulteriori principi attivi sono sostanze resinose, amari, l’idrossicumarina erniarina; come eupeptico s’impiega per le difficoltà digestive e l’inappetenza; alle dosi terapeutiche non sono descritti effetti tossici.
L’artemisia vulgaris viene chiamata soltanto artemisia e non ha tossicità, impiegandosi la tintura madre 30-40 gocce nei primi 10 giorni che precedono le mestruazioni; le parti aeree fiorite sono la materia prima come le altre specie di questo genere. In Medicina Tradizionale Cinese si adopera nella tecnica moxibustione, per dare calore ai punti di agopuntura lungo i meridiani: con un sigarone formato da foglie di artemisia acceso si irradia calore ad una temperatura variabile tra 400-600 gradi centigradi: le foglie di artemisia sinensis in forma di coni o bastoncini bruciano senza sviluppare una fiamma di fuoco; questa è un’altra specie di artemisia, la sesta specie qui considerata, e moxa significa dal giapponese erba che brucia.
Per l’etimologia del nome artemisia ci sono tante versioni, e tra le altre si scrive che la parola artemisia può derivare da Artemide, dea lunare della fertilità, che evoca le proprietà regolarizzanti il flusso mestruale: anche Ippocrate e Galeno la consigliavano come emmenagogo. Nella medicina popolare si riteneva fosse utile per sopportare le fatiche dei viaggi se tenuta in mano o introdotta nelle calzature. Contiene le seguenti sostanze: l’olio essenziale e ulteriori sostanze come gli eterosidi flavonoidi (quercitina e rutina), cumarine (esculetina, esculina, umbelliferone), sitosterolo, carotenoidi. Ha proprietà, eupeptica, emmenagoga, si utilizza per la prevenzione della malaria, amenorrea, dismenorrea, irregolarità mestruali, epilessia secondo la medicina popolare.
Fabio Renzi
BIBLIOGRAFIA E WEBGRAFIA