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Oli essenziali e la teoria della ‘’segnatura della pianta’’

In tutto il mondo antico ci sono testimonianze sull’uso delle piante aromatiche. Gli oli essenziali erano parte integrante del patrimonio culturale e venivano utilizzati sia in ambito sacro che pubblico e nella vita di tutti i giorni. Fu Avicenna (980d.c-1037 d.c) medico arabo, a migliorare la tecnica di distillazione e a produrre un olio essenziale puro. Il padre fondatore però dell’aromaterapia moderna è stato un farmacista e ingegnere chimico francese: Renè- Maurice Gattefossè (1881-1951). Un giorno mentre era all’interno del suo laboratorio, si ustionò. In maniera istintiva immerse le mani all’interno di un recipiente che conteneva dell’olio essenziale di lavanda e notò con estremo piacere che il dolore si affievoliva e anche la bruciatura guariva più velocemente. Oggi i benefici dell’aromaterapia sono ampiamente riconosciuti. Gli oli essenziali applicati sulla pelle o inalati vengono assorbiti nel torrente sanguigno e metabolizzati dall’organismo. Sono numerosi gli studi che ne certificano l’effetto sia a livello fisico che psicologico. Agiscono sullo stress, la memoria, la concentrazione, su vari disturbi della pelle e su molto altro ancora. Gli oli essenziali sono la parte aromatica e volatile della pianta. La loro concentrazione varia a seconda delle varie specie. Non devono mai essere usati puri sulla pelle ma devono essere opportunamente diluiti con oli vettori. La maggior parte delle piante producono un solo tipo di olio che viene ottenuto da una parte specifica della pianta. L’arancio amaro però fa eccezione. Infatti dalla pianta dell’arancio amaro si ricavano tre oli essenziali: il primo è l’olio essenziale di arancio amaro che viene estratto dalla buccia del frutto mediante spremitura, il secondo è l’olio essenziale di Petit grain che viene estratto dalle foglie e dalle parti apicali dei rametti, ed infine l’olio essenziale di neroli che viene estratto dalla zagara che è il fiore della stessa pianta. Le piante producono gli oli essenziali essenzialmente per due motivi: per uno scopo difensivo per tenere a bada gli attacchi di animali o funghi, oppure per attrarre gli insetti impollinatori.

Gli oli essenziali in base alla loro velocità di evaporazione vengono suddivisi in: note di testa, note di cuore, note di base. Le caratteristiche degli oli essenziali possono essere messe in relazione anche in base alla ‘’segnatura della pianta’’. La cosiddetta “teoria delle segnature delle piante” è l’ipotesi secondo la quale vi sia un legame funzionale tra la forma, il colore e i profumi delle piante ed il loro utilizzo a fini benefici e terapeutici per uomini e animali.

Le note di testa sono le prime che noi percepiamo, sono però anche le più volatili. Sono note di testa gli oli essenziali di agrumi e quelli estratti da erbe aromatiche poco intense come per esempio la menta e il basilico; durano da un minimo di 15 minuti a due ore. All’interno di una miscela devono rappresentare il 10-15%. Stimolano la mente, il corpo e lo spirito. Le note di testa sono legate secondo la medicina tradizionale cinese alla nostra Wei Qi, la nostra energia difensiva. L’olio essenziale di limone è infatti conosciuto per le sue proprietà battericida. La prima barriera che noi abbiamo con l’esterno è la pelle. Facendo riferimento agli oli essenziali estratti da agrumi, si dice che ci fanno cambiare pelle, ci aiutano nel cambiamento, ad accettare l’altro, ad eliminare atteggiamenti di chiusura che non ci servono. Sono estratti infatti dalla buccia dell’agrume che rappresenta la pelle del frutto. La buccia degli agrumi grazie al colore giallo aranciato ci dona energia, vitalità, forza.

Prendiamo ora in esame le note medie o di cuore, vengono percepite subito dopo quelle di testa. Appartengono a questo gruppo gli oli essenziali estratti da fiori, da conifere, le melaleuche e le spezie ed erbe aromatiche. Queste formano il 40-80% della miscela e hanno la funzione di armonizzare la miscela stessa. Sono legate al sangue, al nutrimento, ci aiutano a trarre nutrimento dalle esperienze della vita, dal contatto con il mondo. Le note medie stimolano la circolazione e le funzioni metaboliche. Hanno un’azione più lenta e più profonda delle note di testa. Ci aiutano nel cambiare il nostro modo di relazionarci con il mondo, ci fanno capire cosa tenere e cosa lasciar andare quindi bilanciano e armonizzano. Prendiamo in considerazione gli oli essenziali estratti da fiori. I fiori ci parlano di bellezza, ma di una bellezza fugace perché spesso il fiore sfiorisce nel giro di un solo giorno. Questi oli essenziali ci insegnano che la vita è mutamento, la vita va vissuta accettando anche le fasi più buie perché poi ritorna il sole. I fiori sono legati alle nostre emozioni, accompagnano i nostri cambiamenti (i fiori di un matrimonio, i fiori regalati per celebrare un evento ecc).

Pensiamo ora invece agli oli essenziali estratti da erbe aromatiche. Tra questi tutti noi abbiamo ben presente quello di rosmarino. Il suo olio essenziale viene estratto dalle foglie e rametti dell’omonima pianta. Le foglie sono ricche di clorofilla che rappresenta il sangue della pianta, il suo nutrimento. Questo olio essenziale è infatti utile per problematiche circolatorie e del sistema linfatico. Le foglie e i rametti possono essere virtualmente paragonati ai nostri quattro arti. Le braccia aperte allo stesso modo dei rami di una pianta, ci aprono verso il mondo, ci parlano di comunicazione, di aprirci a nuove esperienze da cui attingere nutrimento.

Infine, abbiamo le note di base che sono quelle più persistenti e servono a fissare la miscela. Secondo la medicina tradizionale cinese sono legate allo jing, la nostra essenza più profonda. Ci aiutano a fare un cambiamento profondo all’interno di noi, ci mettono in contatto coi i nostri veri talenti. Le note di base ci parlano di morte e di rinascita. Infatti quando facciamo un cambiamento profondo è come se morissimo per poi rinascere. Sono essenze che ci aiutano nel radicamento e nella centratura. Donandoci centratura ci fanno fare il cambiamento senza creare scombussolamenti. Appartengono a questa categoria i legni e le resine. Nella miscela devono occupare solo il 5% del totale. Tra questi oli abbiamo l’olio essenziale di cedro atlantica. Viene estratto dalla corteccia.

Questa rappresenta la protezione della pianta. Gli oli essenziali estratti dalla corteccia ci danno quindi protezione. Sono utili quando ci sentiamo invasi, nelle situazioni di dispersione come nel caso di una emorragia, forma diarroica, sudorazione eccessiva. Ci aiutano a contenere. Quelli invece estratti dalle resine sono utili per rimarginare ferite difficili da sanare sia di natura fisica che emotiva. Le resine sono infatti prodotte dalle piante per proteggersi dagli insetti quando il tronco si spacca (ferita della pianta). Sono utili alle persone che si sentono vittime e martiri. Aiutano l’introspezione.

Raffaella Giannone

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