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Il senso del dono, perdonarsi, perdonare.

Finito da poco questo tempo di festa, tempo di regali, che meglio sarebbe pensarli come doni. Sì, perché il dono è qualcosa che viene dato a chi si vuole, non solo al Re, a cui rimanda l’etimologia del regalo.

Il Dono è un termine astratto che può essere riferito a qualsiasi oggetto o pensiero o idea. Non a caso, infatti, si dice spesso “Ti ho fatto un pensierino” per riferirci non al valore commerciale dell’oggetto ma al desiderio che parte prima di tutto dal cuore.

E si può donare qualsiasi cosa ed a chiunque, indipendentemente se da chi lo riceve avremo qualcosa in cambio. Proprio perché il piacere risiede nell’atto stesso del dono e chi lo riceve dovrebbe sempre apprezzarne il gesto ed il simbolo che racchiude, più che il contenuto.

Aspetti difficili da considerare in quest’epoca in cui anche a parole dai tanti e ricchi significati come “crescita”, attribuiamo soltanto la parte più effimera e commerciale, legandola ad una maggiore produzione e, per logica conseguenza, ad un mero aumento di beni da consumare…

Ancora più difficile, ma sicuramente più importante sul piano dell’evoluzione interiore, è l’atto del perdono che richiama, nell’etimo del termine, e non solo come vedremo tra poco, il dono.
Il perdono è anch’esso un atto rivolto all’altro, a chi reputiamo ci abbia arrecato una sofferenza, un danno, fisico o morale che sia.

Ma qui entra in gioco una grande contraddizione alimentata da un senso comune su cui pesa un vago quanto erroneo riserbo che relega l’atto del perdonare alle strutture religiose o, più raramente, istituzionali.

In realtà noi tutti abbiamo la possibilità e la capacità di perdonare: il perdono è un atto di cui possiamo responsabilmente disporre come unici arbitri.

Perdonare, come donare, è un atto di magnanimità ma è reso più difficile, presi come siamo a difendere sempre e comunque il nostro io, o più precisamente, le nostre idee, le nostre strutture mentali, i nostri pregiudizi con cui lo confondiamo.

Dovremmo educarci ed educare a intendere il nostro “io” come capacità di mobilitare le nostre risorse interne ed esterne per comprendere la realtà che ci circonda, fatta di altre persone da ascoltare, con cui comunicare e, soltanto dopo, agire secondo coscienza. Senza queste attenzioni finiamo per tradire la nostra coscienza, comportandoci con superficialità, astratto perbenismo, scarsità di senso civico.

Ma per arrivare al perdono degli altri vi è un altro importante ostacolo da superare, forse il più difficile perché nascosto dentro di noi: riuscire a perdonarci. E per far questo occorre innanzitutto riconoscere e consapevolizzare i nostri errori e le nostre colpe che hanno generato sofferenza negli altri: solo così riusciremo a fare, a noi ed agli altri, questo bellissimo dono, perdonandoci ed imparando così a perdonare.

Perdonarsi non è però assolversi: questo aspetto è sì relegato ad altri ambiti, il perdono su sé stessi implica un cambiamento nella disposizione d’animo profonda e radicale, ci rende obbligati a cercare di riparare le sofferenze causate, almeno con la parola e l’atteggiamento, se non più possibile con le proprie azioni.

Prof. Luciano D’Abramo

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Luciano D'Abramo

Laureato in Fisica con lode all’ Università “La Sapienza” di Roma nel 1974, ha svolto per molti anni la sua attività professionale nell’ambito della progettazione e realizzazione di grandi Sistemi Informativi, principalmente per Enti pubblici quali la Ragioneria Generale dello Stato ed il Ministero dei Beni Culturali. Particolarmente interessato, sin dall’età giovanile, alla ricerca di una possibile sintesi tra le varie discipline scientifiche, oggi ancora troppo frammentate, ha pubblicato nel 1998 il libro “Fisica e Psiche”, trovando possibili collegamenti ed analogie tra le relazioni interpersonali e le leggi della fisica. Dal 2002 svolge interamente la sua attività professionale alla progettazione ed alla erogazione di corsi presso scuole ed istituti superiori ed universitari su materie scientifiche. Fa parte, sin dalla sua costituzione del corpo docenti e del Comitato Scientifico della Scuola di Naturopatia Borri ora Campus FRAMENS, per la quale svolge seminari e corsi di Biofisica, con particolare riferimento ad argomenti di ricerca di frontiera sulle leggi e le teorie della Fisica applicate ai sistemi viventi, riconducibili alle tecniche ed alle metodiche della medicina naturale.