Medicine non ConvenzionaliNaturopatia

Moxibustione

La moxibustione pur essendo di origine tibetana è una branca della medicina tradizionale cinese molto diffusa nelle zone di montagna dell’oriente e dell’estremo oriente e di datazione molto antica (se ne ritrovano tracce in un libro di seta rinvenuto presso le tombe della famiglia LI Zang).

La parola ha origine dall’inglese “Moxa” ma è un termine che deriva a sua volta dalle parole giapponesi Moe e Kusa (erba che brucia).

Questa tecnica, che nell’articolo analizzeremo, lavora sul principio secondo cui il corpo umano è attraversato da canali energetici (meridiani) in cui scorre il “Qi”.

Il Qi è il corrispettivo cinese del prana indiano: forza vitale, energia che sostiene e pervade tutti gli enti e gli esistenti.

La moxibustione, nello specifico, si occupa di stimolare il Qi affinché possa scorrere liberamente apportando salute e longevità all’individuo; altrimenti, se il flusso fosse ostacolato, si produrrebbero inevitabilmente disturbi di natura molteplice.

La moxibustione segue il percorso energetico dei punti dell’agopuntura aggiungendo la pratica del calore.

Un bastoncino di artemisia, pianta appartenente alla famiglia delle Asteracee (detta anche assenzio selvatico o conosciuta nel gergo popolare come la pianta “scacciadiavoli”) viene fatto bruciare in corrispondenza di alcune sezioni energetiche del corpo irradiando su di esse calore. In questo modo la pelle, stimolata dal caldo, agisce da tramite e permette lo sciogliersi di eventuali blocchi presenti nel corpo rimuovendone anche gli agenti causali; in questo processo anche il sangue viene stimolato e la circolazione migliora ampiamente di qualità.

L’artemisia è molto usata nella medicina cinese come anche nell’alimentazione. Le proprietà di questa pianta sono molte: antiinfiammatorie, espettoranti e antitumorali. Proprio su quest’ultimo aspetto la ricerca medica occidentale ha aperto alcuni campi di ricerca assolutamente interessanti.

L’erba artemisia viene pressata all’interno di un cono oppure di un cilindro, lo strumento assomiglia ad un sigaro che viene acceso e proprio come un sigaro irradia fumo. L’odore è molto simile a quello della marijuana, al punto tale che in alcuni ambulatori vengono avvertiti i pazienti che la pianta in uso è altra. In casi in cui i pazienti hanno problemi respiratori si opta per il trattamento di moxa senza fumo.

La moxibustione può avvenire in modo diretto e in modo indiretto:

  • nella moxibustione diretta il bastoncino viene posizionato direttamente sul punto energetico da trattare, il trattamento è molto forte e può generare delle cicatrici che vanno prontamente curate e lenite. Nella moxibustione diretta è possibile anche una applicazione graduale dove il bastoncino viene rimosso prima del formarsi della cicatrice.
  • la moxibustione indiretta invece è la più diffusa poichè indolore. Il bastoncino viene posizionato alla distanza di un pollice dalla pelle e permane per circa dieci minuti sul punto da trattare fino a che sulla pelle non si produce un arrossamento.

Esiste anche una applicazione intermedia ossia, il bastoncino viene posizionato sulla pelle ma tra la pelle e il braciere viene posta fetta di aglio o uno strato di zenzero.

Un’altra tecnica è la moxibustione applicata in contemporanea all’agopuntura: gli aghi vengono inseriti in punti specifici del corpo, il sigaro di moxa viene posizionato sull’ago che funge da conduttore del calore.

Proprio per il calore generato, la moxa è molto indicata nel trattamento di malattie legate ad un deficit di yang. Non è un caso che la pratica sia molto diffusa nelle zone di montagne, note per l’intenso yin (freddo ed umidità). Si sono riscontrati miglioramenti rilevanti anche nel trattamento delle seguenti malattie: insonnia, depressione, agitazione, ansia, attacchi di panico, malattie da raffreddamento, morsi di vipera e gravidanza podalica.

La moxibustione deve essere praticata solo in ambulatori con professionisti riconosciuti.

 

Monia Carducci


 

Fonti

“Manuale pratico di moxa” di Yves Requena, Red edizioni,

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Monia Carducci

Insegnante, laureata in Filosofia con Master in Filosofie Orientali e comparative, diplomata in Naturopatia presso il Campus Framens.