Il Nostro comportamento influenza la Nostra Salute
Tutti i giorni siamo tempestati da consigli per poter vivere più sani e più a lungo: cosa mangiare e cosa no, quanti passi al giorno è necessario fare per mantenersi in forma, quante ore dormire a notte, quanti caffè in una giornata sono ammessi, quante calorie introdurre per non ingrassare, etc. etc. etc. Li seguiamo fiduciosi, a volte senza domandarci cosa implichino tali scelte e da quali reali intenzioni siano mosse. Dimentichiamo che la salute parte da noi stessi, dalla volontà di occuparsi di sé e del proprio corpo in modo amorevole e coscienzioso, e dalla capacità di sentire ciò di cui realmente abbiamo bisogno. Questa capacità fa parte di noi, è innata, l’abbiamo smarrita seguendo un modo di essere e di vivere che fondamentalmente non ci appartiene, perché non più in armonia con la nostra autentica natura.
Il primo passo da compiere è rendersi consapevoli che quel che si è smarrito può essere ritrovato. Innanzitutto, alimentando l’attenzione verso noi stessi, i nostri pensieri, le nostre emozioni e i nostri comportamenti quotidiani e, dunque, verso le nostre scelte.
Per comportamento si intende non soltanto il modo di relazionarci con l’ambiente esterno, ma anche con il nostro ambiente interno, è il modo in cui ci prendiamo cura di noi stessi attraverso lo stile di vita, l’alimentazione, le relazioni con gli altri, il modo di pensare e di percepire gli eventi, di esprimere le nostre potenzialità e i nostri bisogni. La non espressività di un proprio potenziale o di un bisogno, nel lungo termine porta la persona ad avvertire tensioni profonde in grado di innescare la risposta ipotalamica di resistenza allo stress, con l’attivazione dell’asse ipotalamo-ipofisi-surrene, conseguente aumento del cortisolo e una serie di dinamiche sul piano fisico che comportano determinati disturbi e sintomatologie. Anche la nostra alimentazione può avere rilevanti effetti sulla comparsa di disturbi fisici. Una delle scoperte più interessanti degli ultimi anni è stata quella degli effetti dell’alimentazione sull’espressione dei geni. Studi ed esperimenti hanno evidenziato come una dieta adeguata cambia il grado di metilazione del DNA. Per metilazione si intende l’aggiunta di un gruppo metilico, (gruppo funzionale che determina un effetto sulla chiusura del DNA) che può silenziare l’espressione di un gene, è quindi l’esempio più noto di meccanismo epigenetico. L’influenza ambientale ha dunque estrema rilevanza nella manifestazione di una malattia, e il nostro comportamento è in grado di influenzare l’espressione genica. Con l’epigenetica la visione strettamente meccanicistica che vedeva la storia di una persona dipendente dal gene ereditato, decade. La Storia della persona è scritta nei geni, ma i geni sono la manifestazione fisica della Storia che portiamo dentro di noi e va oltre la materia. Due individui con lo stesso gene non è detto che esprimano entrambe la malattia o che la esprimano nella stessa forma e intensità, ciò dipenderà dall’ambiente in cui vivranno, dagli affetti, dalle relazioni, dallo stile di vita, dall’alimentazione, ma dipenderà anche dall’insieme degli altri geni di cui sono costituiti, ossia l’ambiente in cui vive la cellula. L’espressività sarà quindi variabile.
La natura ci insegna ancora una volta che un individuo vive in equilibrio se vive in armonia ed equilibrio con l’ambiente che lo circonda, adattando lentamente esigenze e priorità a seconda dei cambiamenti altrettanto lenti dell’ambiente in cui vive. Più ci adattiamo all’ambiente più siamo in grado di evolvere, ma negli ultimi decenni tutto sembra essere avanzato a un ritmo molto più veloce di quanto abbia potuto evolversi la nostra coscienza. Il nostro modo di vivere si è andato modificando nel giro di pochi decenni senza permetterci di adeguarci al progresso della scienza, della tecnica, della medicina, al modo diverso di alimentarci e relazionarci. È necessario un nuovo modo di approcciarsi alla persona, all’ambiente che ci circonda, alla salute e al benessere.
Mai quanto oggi si rende necessaria una figura in grado di introdurci a questa nuova visione di noi stessi e della natura, questa figura è il Naturopata, il quale si propone di agire nell’ambito dell’educazione al benessere, della prevenzione primaria e della riscoperta e valorizzazione delle risorse naturali da un lato e delle risorse innate e vitali della persona e di ogni essere vivente dall’altro.
Il Naturopata non è un medico, non fa diagnosi, non prescrive medicine, perché non cura malattie. Egli ha il grande ruolo di prendersi cura della persona con l’obiettivo di accompagnarla lungo l’affascinante scoperta delle proprie risorse e delle risorse dell’ambiente in cui vive.
Maria Laura Gargiulo