Naturopatia

L’esperienza

È indispensabile fare un’esperienza fisica affinché si possa poi usufruire di essa?
Mi è sorto un dubbio mentre pensavo ad una parte della mia tesi di Naturopatia nella quale affermo che una persona che intraprende un qualsiasi percorso ha bisogno di “esperienze” in quel campo: solo così sarà possibile approfondire, toccare con mano e provare sulla propria pelle la maggior parte delle problematiche che il “settore” nel quale si è deciso di operare può avere, cogliere delle sfumature nonché ampliare ulteriormente “l’esperienza” stessa in quel campo.
Quindi avremo che la “mente” usa il mezzo fisico ( il nostro corpo) per crearsi nuovi aspetti, nuove sensazioni, nuovi punti di riferimento riguardanti appunto il “settore”, il  campo d’azione, del nostro operare.
Ripropongo qui l’esempio esposto nella tesi.
Alcuni anni fa ebbi un’esperienza di pirobazia, ossia “la camminata sul fuoco”.
Esistono molti libri sull’argomento, tante testimonianze di chi l’ha provata.
Anch’io faccio un racconto dettagliato dell’esperienza, partendo addirittura dal momento in cui sono venuto a conoscenza della possibilità di provare la “pirobazia”, passando dalla preparazione, agli stati d’animo, per poi arrivare all’esperienza stessa.
Il concetto è questo: si possono leggere mille libri, vedere mille filmati, ascoltare mille esperienze altrui ma se non si fa un “proprio passo” sul fuoco tutto rimane nel “forse..”, nel “probabilmente…”, nel “suppongo che…”.
Nel momento dell’azione la nostra mente registra tutto, le sensazioni, lo stato d’animo, la paura e così via. Tutto ciò si trasforma poi in “esperienza”, la nostra mente “archivia” il tutto e lo utilizzerà al momento opportuno: ma tutto ciò è stato reso possibile solo dal “proprio primo passo”, cioè dall’azione in quella determinata esperienza.
Fin qui tutto sembra scorrere abbastanza bene, la logica sembra “azzeccata”…ma un dubbio affiora!
La mente per fare sua una qualsiasi esperienza ha bisogno del passaggio vincolante di essa attraverso il corpo fisico?
Attraverso la materia?
In questo caso rappresentata da pelle, muscoli e terminazioni nervose?

Testi scientifici affermano che se pensiamo ad una qualsiasi azione, (per esempio fare l’amore!), il nostro cervello attiva le stesse aree, gli stessi centri nervosi  di quando lo facciamo veramente!
Il nostro cervello sta facendo l’amore!
Mi sembra inutile sottolineare la differenza…
Quindi cos’è che fa questa “differenza”?
Forse l’esempio di fare l’amore porta un po’ fuori strada, però penso che se il cervello “funziona” allo stesso modo dov’è la differenza?
Chiaramente le mie sono solo ipotesi, molto personali, però credo che la differenza vada cercata nella “consapevolezza” di ciò che si fa.
Se si riuscisse ad approfondire certi stati mentali, certi stati di coscienza, forse la mente potrebbe svincolarsi dal corpo, almeno in alcune situazioni e registrare le sensazioni prodotte dal cervello come se fossero passate attraverso l’esperienza fisica, ma che in realtà l’hanno by-passata.
Il mio pensiero si focalizza su grandi maestri, guru, persone che hanno percorso mentale molto profondo che riescono a “prescindere” dal corpo fisico.
Per coloro che riescono a intraprendere viaggi astrali o provare l’esperienza dei sogni lucidi… perchè non ne parliamo un po’?

Nota della redazione: questo articolo è aperto per i Vostri commenti e il racconto delle Vostre esperienze come suggerito dall’autore.

Fabio Perpetua
Naturopata, Esperto in Discipline Orientali e in particolare Qi Kung e Digitopressione, Riflessologo, specializzato in Alimentazione ed Erboristeria
fabio61nat@libero.it

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