Monografie

Il Simbolo

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“Ogni cosa è un simbolo: mentre si presenta nettamente, indica tutto il resto. In questa modalità io vedo una combinazione della più alta presunzione e della più alta modestia”  (Sant’Agostino).
Una idea, nel significato più alto di questa parola, si può comunicare soltanto mediante un simbolo (S.T. Coleridge, “Biographia Literaria”).
Il simbolo è immagine e pensiero. Esso ci fa cogliere, tra noi e il mondo, alcune di quelle affinità segrete e di quelle leggi oscure che possono oltrepassare la portata della scienza, ma che non sono, per questo , meno certe. Ogni simbolo è in questo senso una specie di rivelazione (F. Brunetiere: Valeur sociale de la Liturgie d’après Saint Thomas d’Aquin).
Oggi viviamo in un’epoca dove è complicato e non sempre accettato il riconoscimento dei simboli, specialmente se ci avventuriamo nel campo della medicina. Chi ne parla , o chi ci fa attenzione, può essere inevitabilmente esposto alla critica di coloro i quali ritengono questo argomento avulso dalla “medicina scientifica”.
È comune nella vita di tutti i giorni come anche in quella medica avvalersi dell’uso dei simboli e ritengo che l’interpretazione degli stessi sia un approccio ai problemi della vita , dell’uomo e dell’universo.
I simboli fanno parte della nostra vita, dei nostri gesti più comuni, del nostro linguaggio, dei nostri sogni, delle nostre azioni e consapevolmente o no ognuno di noi ricorre all’uso dei simboli.
L’anello detto “fede” che si porta al dito è simbolo del patto che deve unire gli sposi, la stretta di mano , oggi divenuta banale cortesia, è originariamente simbolo di affetto , di cordialità , di lealtà, come per esempio il suo rifiuto diventa simbolo di inimicizia e di ostilità.
Il brindisi è simbolo di amicizia o di speranza in qualcuno o qualche cosa.
Emblemi o simboli sono sempre sotto i nostri occhi: la segnaletica stradale, i messaggi pubblicitari, i manifesti affissi, la corrispondenza che riceviamo…
Questi ,come tanti altri sono simboli banali e semplici, ma ve ne sono tanti altri che sono meno comuni e frequenti e ben più enigmatici , come quelli religiosi, matematici, filosofici e iniziatici che solo poche persone conoscono e ne comprendono il significato recondito e i loro particolari messaggi.
I simboli comportano generalmente svariati significati: psicologico, morale, religioso, sintattico, semantico, metaforico ecc..oppure possono essere ambivalenti nel loro significato più recondito. È pertanto difficile tradurre l’ambivalenza di un simbolo in descrizioni coerenti.
In ogni simbolo è contenuta una fonte inesauribile di conoscenza e di ricerca, la scoperta del mondo dei simboli apre un campo alla riflessione e alla meditazione.
Permette a colui che vuole approfondire queste immagini di liberarsi della materia e del tempo, di trascendere il senso convenzionale delle cose, di passare dal tangibile all’inaccessibile, di aprirsi all’ignoto e all’infinito, di elevarsi verso un altro tipo di conoscenza e di trarre profitto dall’esperienza di miliardi di uomini che ci hanno preceduto  , in altri termini, la comprensione del simbolo permette alla nostra mente  di accedere alla “biblioteca universale” del genere umano.
Il simbolo veicola i messaggi codificati nel tempo che la semplice ragione non saprebbe spiegare.
Infine cosa più importante, bisogna essere ben disposti, disponibili, ossia “permeabili” alle associazioni mentali che i simboli ci suggeriscono.
Simbolo è il termine derivato dal greco sumbolon, symballo – syn = insieme, ballein= mettere – segno di riconoscimento formato dalle due metà di un oggetto spezzato che si accostano. Etimologia greca del simbolo significa quindi “mettere insieme , far coincidere” .
Il termine sta ad indicare qualcosa di intrecciato insieme , di condensato.
Nell’antica Grecia le persone usavano il metodo di ricongiungimento di due metà che accostate l’una all’altra combaciavano perfettamente, era comodo  per riconoscersi e per assicurarsi le rispettive identità anche dopo molto tempo.
Il simbolo può essere l’espressione grafica convenzionalmente assunta a rappresentazione sintetica di una qualsiasi cosa, idea, può essere l’abbreviazione convenzionale per indicare un elemento chimico , il segno rappresentativo di una religione.
Il simbolo è l’espressione diretta di una esperienza originaria , non altrimenti esprimibile in altra forma.
In senso più generico e figurato si intende per simbolo qualsiasi elemento, gesto, segno, oggetto, figura atti a suscitare e rappresentare nella mente un concetto o una idea diversa da quella offerta dal suo immediato aspetto sensibile, ma capace di evocarla nella mente attraverso qualcuno degli attributi che caratterizzano lo stesso elemento, il quale viene pertanto assunto a evocare in particolare entità astratte, di difficile espressione.
Ecco perché nell’esoterismo il simbolo è considerato come una porta attraverso cui gli esseri umani possono comunicare con il mondo immateriale, mettendoli in relazione con le radici incomunicabili della realtà.
IL CADUCEO
Il Caduceo viene rappresentato da un’asta con due serpenti avvolti intorno ad essa. Nella parte superiore sono posizionate due piccole ali o un elmo alato.
Sembra che questo simbolo abbia origini antichissime, si farebbe addirittura risalire al 2600 a.C. Lo si è infatti ritrovato presso gli assiro-babilonesi, in alcuni papiri dell’antico Egitto e su una coppa ritrovata nell’antica città mesopotamica di Lagash. Veniva talvolta rappresentato anche sui monumenti egiziani costruiti prima di Osiride. Lo ritroviamo anche nella Sumeria (Shumer o Mesopotamia occ.) e nell’India, inciso su pietra.
I latini chiamavano Caduceo (da caducus, caduco come un ramo staccato da un albero), la verga di ulivo che contraddistingueva gli araldi nell’esercizio delle loro funzioni.
SIMBOLOGIA DEL SERPENTE
In tutte le civiltà antiche il serpente è stato considerato positivo o negativo: probabilmente per il fatto che può restare immobile, scattare rapidissimamente, uccidere, sparire e rinnovarsi, abbandonando la vecchia pelle.
Troviamo un serpente nel copricapo del Faraone, qui è sinonimo di saggezza e potere. Nella cultura cristiana è simbolo dell’astuzia che incita al peccato: la Vergine lo schiaccia sotto il piede.
Narra la Bibbia: “Il Signore disse a Mosè: ‘Fatti un serpente e mettilo sopra un’asta; chiunque, dopo essere stato morso, lo guarderà resterà in vita’. Mosè allora fece un serpente di rame e lo mise sopra l’asta. Quando un serpente aveva morso qualcuno, se questi guardava il serpente di rame, restava in vita” (Num 21:8-9).
ORIGINI DEL CADUCEO
Narra la leggenda che Mercurio (Hermes), il messaggero degli dei, ricevette un bastone da Apollo. Quando giunse in Arcadia, gli si pararono innanzi due serpenti che si divoravano a vicenda, allora egli gettò il bastone tra loro ed essi si riappacificarono. Da questa leggenda è nato il simbolo del Caduceo, un segno di pace rappresentato da un bastone con due ali aperte e due serpenti attorcigliati che si guardano l’un l’altro.
Per questa ragione, nell’antica Grecia, il Caduceo divenne il simbolo degli araldi negoziatori di pace. Mentre, in origine, doveva proteggergli dai pericoli presenti nei territori stranieri, divenne poi un generico segno di pace. Lo si è anche considerato simbolo dell’equilibrio morale e della condotta esemplare: il bastone esprime il potere; i due serpenti la sapienza, le ali la diligenza, e l’elmo è l’emblema dei pensieri elevati. Gli sono stati attribuiti altri molteplici valori, dalla fecondità-fertilità, alla medicina (anche oggi viene talora utilizzato come insegna dell’attività farmaceutica).
Astronomicamente, la testa e la coda dei due serpenti rappresentano i punti dell’eclittica in cui il Sole e la Luna si incontrano, quasi in un abbraccio.
Metafisicamente, il Caduceo rappresenta la discesa della materia primordiale nella materia grossolana. In tale simbolo, infatti, è rappresentato il pellegrinaggio dell’involuzione e dell’evoluzione, oltre al sentiero diritto dell’iniziazione.
Fisiologicamente, invece, rappresenta le correnti vitali che scorrono nel corpo umano. Per tale ragione Madame Blavatsky chiama l’Albero della Vita il Bastone del Caduceo. Di esso scrive: “I due serpenti sono lo spirito e la materia le cui due teste crescono da un’unica testa, le due code si uniscono sulla terra in una (realtà e illusione)…”.
L’asse centrale simbolizza perciò la colonna vertebrale, e i due serpenti che vi si avvolgono alludono all’ascensione dell’energia latente e attorcigliata su se stessa, che si trova alla base della spina dorsale dell’uomo (la Kundalini).
SIMBOLISMO E SIMBOLOGIA
“Il simbolismo trasforma il fenomeno in idea, l’idea in immagine, e ciò in modo che l’idea nell’immagine rimane sempre infinitamente attiva e inesauribile, e pur comunicata in tutte le lingue rimane sempre incomunicabile. Questo è il vero simbolismo, nel quale il particolare rappresenta il generale, non come sogno od ombra, ma come istantanea e viva rivelazione dell’inconoscibile” (Goethe).
La simbologia, è la disciplina che studia i simboli e i loro valori.
Il simbolismo, è l’essere simbolico, o l’essere costituito da simboli, è la qualità di quanto è simbolico, è il complesso dei simboli , o il sistema dei segni usati nelle varie discipline ( matematico, cartografico….)
Pensiamo che tutto l’universo ed il cosmo sono permeati dal simbolismo. Anche se ci soffermiamo su considerazioni semplici che nulla hanno a che vedere con il mistico possiamo pensare ai simboli verbali , senza i quali gli esseri umani non potrebbero comunicare, ai simboli grafici , senza i quali non potremmo scrivere ne leggere, a quelli matematici, senza i quali la scienza non avrebbe potuto progredire e non saremmo mai arrivati a varcare le frontiere dello spazio. Quante sinfonie e opere classiche non sarebbero nate senza l’uso del simbolismo per la scrittura delle note musicali.
In realtà il simbolismo è una vera e propria scienza con delle regole precise, e costituisce il fondamento di ogni cognizione. Tuttavia il valore di ciascun simbolo varia in rapporto alla capacità intuitiva e intellettiva di chi interpreta il simbolo stesso.
IL SIMBOLISMO PER GLI INDIANI D’AMERICA
LA RUOTA DI MEDICINA

Per gli Indiani d’America “medicina” significava potere, completezza, integrità e conoscenza: forze energetiche vitali cui si poteva attingere al fine di incanalarle per ottenere beneficio per il corpo e l’anima. Il termine “ruota di medicina” è stato applicato per la prima volta al  “Medicine Wheel”, sulle montagne del Big Horn in Wyoming, uno dei siti del genere, tra i più antichi che si conoscano, situato a quasi 3000 metri di altitudine e risalente a circa 200-500 anni fa.  Essa è una ruota costruita con grosse pietre bianche con un diametro di 28 metri e 14 raggi. La ruota di medicina veniva costruita con pietre o bastoni sulla base delle quattro sacre direzioni dello spazio. A volte viene chiamata il Sacro Cerchio. Da questa semplice definizione è possibile comprendere I due aspetti fondamentali della Ruota: essere insieme specchio dell’Universo e dell’uomo.
Attraverso la simbologia della Ruota è possibile entrare in contatto e comprendere se stessi e il mondo, in base al principio fondamentale dei nativi: “Come è dentro, così è fuori”. Essa funge da specchio: guardandola, si può vedere un riflesso dell’universo e del Grande Mistero, la Mente Universale che ha creato tutto ciò che esiste. Ci si può leggere il funzionamento dell’universo, giungendo ad una comprensione delle esperienze della vita e delle leggi cosmiche e naturali, dei principi e delle forze che modellano e animano la vita
LE QUATTRO SACRE DIREZIONI
NORD: conoscenza e saggezza
Il colore del Nord è il bianco, il colore della purezza e dell’equilibrio. Esso è la somma di tutti I colori dello spettro solare e rappresenta perciò la perfezione e la completezza. L’elemento associato è l’aria. Essa trasporta I nostri pensieri, sogni e aspirazioni. Perciò l’Aria è associata alla mente e alla comunicazione. Essa è legata anche al vento che sfiora l’anima di tutte le cose viventi e porta nei suoi viaggi una particella di tutto ciò che tocca. Questo elemento è associato all’attività mentale e alla comunicazione. La parola chiave è: ricevere con la mente.
Il Nord viene poi associato all’inverno e alle stelle, che per I Nativi erano simbolo di universalità e protezione divina. Essi credono infatti di discendere dal Popolo delle Stelle, che li portò sulla Terra milioni di anni fa. Il Nord è il Luogo degli Anziani, della conoscenza e della saggezza. Conoscenza significa “ciò che è conosciuto” e per I Nativi comprende filosofia, religione, scienza, che si devono integrare reciprocamente nella vita. L’animale Totem connesso a questa direzione è il bisonte.
Il Bisonte era l’animale più importante per I Nativi Americani perché si donava completamente per permettere all’uomo di vivere, fornendogli tutto ciò di cui ha bisogno.
EST: illuminazione
Il colore dell’Est il Giallo, la stagione è la Primavera, e il corpo celeste ad esso associato è il Sole. Queste tre cose sono simboli di vita, di continua trasformazione e rigenerazione, di Illuminazione e luce interiore.
L’elemento associato è il fuoco. Al fuoco era associato lo spirito, e infatti la Natura era vista come la condensazione, la manifestazione materiale del Grande Spirito. La parola chiave è: determinare con lo spirito. L’Est era chiamato dai Nativi  “Il Luogo della Vista Lunga”, perché qui si poteva avere una vista “panoramica” della vita. Qui si trova infatti la Porta d’Oro che l’uomo varca alla sua  morte.
Il Potere dell’Est è il Potere della Luce, dell’illuminazione mentale e spirituale e della visione interiore che deriva dalla coscienza dell’unità di tutte le cose viventi e che ci dà coraggio. L’animale totem associato all’est è l’aquila. L’Aquila è il simbolo della libertà da tutte le forme di ignoranza e bigottismo, della chiaroveggenza e della preveggenza. Essa custodisce la dimora degli ideali più nobili, è più vicina a Nonno Sole e si bagna nell’amore della sua luce; l’Aquila riesce a guardare direttamente il Sole senza esserne abbagliata.
SUD: fiducia e innocenza
Il Sud è legato all’Estate e al colore Rosso, il colore del sangue ossigenato. E’ associato alla vitalità, alla salute, al vigore, al coraggio, all’energia fisica e alla potenza sessuale. L’elemento associato è l’acqua. L’acqua fisica è fluida e se viene versata in un contenitore ne prende  la forma: essa rappresenta perciò la fluidità e l’adattabilità.
L’Acqua elementare rappresenta anche la vita: senza il movimento fluido e penetrante dell’acqua, la Terra si asciugherebbe e diventerebbe arida e nulla potrebbe crescere. Analogamente, l’uomo senz’acqua morirebbe in breve tempo. La parola chiave è: dare con le e mozioni. Il Sud è chiamato “La Via del Bambino”. Noi veniamo concepiti a Sud-Est e nasciamo a Sud, secondo la visione dell’uomo dei Nativi; quindi cresciamo percorrendo la Ruota in senso orario, toccando le diverse direzioni a seconda delle fasi della nostra vita. Così il Sud corrisponde all’infanzia, l’Ovest all’adulto, il saggio Nord alla vecchiaia  e ad Est c’è la Porta d’Oro che il nostro spirito varca alla nostra morte. Le caratteristiche principali del bambino sono la fiducia e l’innocenza, lo stupore e l’entusiasmo che ci fanno vedere la vita come un’esperienza meravigliosa. L’animale totem connesso al su è il topo: Il topo rappresenta la capacità di prendere coscienza delle cose avvicinandosi ad esse  con le sensazioni e il tatto. Il Sud insegna ad agire nello stesso modo, con fiducia nel nostro intuito, nelle nostre sensazioni e nelle nostre emozioni.
OVEST: introspezione e trasformazione
L’elemento collegato all’ovest è la terra. Le caratteristiche della Terra Elementale sono solidità, inerzia, stabilità. L’Ovest è il luogo della materia, delle apparenze, del mondo della forma, della manifestazione fisica ed il luogo dell’esperienza dove si impara e si cresce. Spesso la Terra è rappresentata dalla sua forma più duratura, la pietra. La natura della Terra è sostentatrice, dà conforto, costanza e sicurezza.
L’Ovest è associato all’Autunno e come corpo celeste è legato alla Terra, mentre il colore dell’Ovest è il Nero, il colore della non-forma da cui tutto ha origine. Esso assorbe tutti I colori dello spettro in sè, immagazzina ed è protettivo. Nere erano infatti le Tende della Luna, I tepee dove le donne Native si ritiravano durante le mestruazioni, per ascoltare nelle profondità del loro corpo il potente contatto con la Madre Terra, che si manifesta con grande forza attraverso il corpo della donna durante il ciclo.
La parola chiave è: trattenere con il corpo. Attraverso il corpo ci è consentito di immagazzinare energie e nutrimento, ma nel corpo si possono anche conservare le vecchie ferite che ci hanno fatto soffrire nelle emozioni, nella mente o nello spirito e che qui si fissano raggiungendo una forma finalmente visibile: la malattia. L’animale totem associato alla direzione dell’ovest è l’orso. Il Grizzly, Orso Grigio, è conosciuto per la sua grande forza.  La forza che questo Totem ci permette di contattare è quella di chi sa riconoscere il giusto momento per ritirarsi a recuperare le forze e riorganizzare i propri pensieri. Solo così è possibile preparare nuove e fertili strategie di azione
(tratto da : la ruota della medicinali Kenneth Meadows edizioni l’Età dell’Acquario)
ARCHETIPO
L’Archetipo da la voce al simbolo, Archètypon è il termine derivato dal greco arcetupon che significa modello, primo esemplare originario o l’originale di una serie qualsiasi. E’ il principio primario, l’immagine primordiale, è il primo esemplare e modello di ogni elemento ancestrale, la matrice originaria di tutte le cose del creato.
Il termine viene usato anche in filologia e fa riferimento ad un manoscritto perduto, ma tanto noto da poter essere ricostruito, attraverso la critica testuale, con sufficiente esattezza. L’Archetipo è un testo che, rispetto ai codici noti, è più vicino all’originale.
In psicologia il termine è diventato famoso grazie  a Carl Gustav Jung dove sostiene l’esistenza delle idee madri (gli archetipi) nella psiche arcaica.
Nella terminologia psicologico – religiosa l’Archetipo rappresenta ciascuno dei moduli ancestrali universali di intuizione e di pensiero che emergono, come rappresentazioni, nei sogni individuali e nei miti religiosi.
IL SEGNO
Se la simbologia è la disciplina che studia i simboli e i loro valori , la semeiotica è  “la scienza dei segni” .
Andando avanti nello studio dei termini definiamo la semantica che considera il rapporto dei segni con gli oggetti; la pragmatica che considera la relazione dei segni con gli interpreti; e la sintattica che considera la relazione formale dei segni tra loro.
“La malattia è il grido dell’anima offesa”  (Peter Altenberg).
Per segno , in  patologia, intendiamo tutto ciò che vale a illuminare il medico mediante l’osservazione e il ragionamento sullo stato presente, passato e futuro di una malattia. Da qui si ricava la differenza tra segno e sintomo: il segno è un fenomeno che , riconosciuto dal medico nell’organismo del malato e apprezzato da lui, permette di arrivare alla diagnosi e alla prognosi della malattia.
I sintomi possono essere a loro volta obiettivi , o segnalati dal paziente o soggettivi , cioè quei sintomi che permettono di stabilire la diagnosi. Di solito il sintomo soggettivo viene poco considerato, mentre nella omeopatia e in naturopatia riveste grande importanza soprattutto se è modalizzato.
Per arrivare a convertire il sintomo osservato in segno , è necessario che il medico o il naturopata investighino con cura quale rapporto esista  tra i sintomi della malattia e la sua intima natura.
I segni possono essere divisi in tre categorie : anamnestici, diagnostici, prognostici.
I segni anamnestici si riferiscono a tutte le circostanze che precedono la malattia, alle ragioni predisponenti al suo sviluppo, e sono di grande aiuto nello stabilire la diagnosi.
I segni diagnostici formano il quadro della malattia e rappresentano lo stato in cui si trova al momento il malato e possono essere divisi per il loro grado di importanza in patognomici, comuni o caratteristici.
I segni patognomici sono in relazione profonda con la malattia e non possono essere separati da essa e si definiscono quindi essenziali.
I segni comuni sono in relazione con affezioni di diversa natura e quindi non associabili ad una precisa malattia ( es dolore cefalico , colorazione del viso….)
I segni accidentali sono quelli che possono esistere o no senza per questo avere la possibilità di associarli ad una qualche specifica malattia.
Per ultimo i segni prognostici sono quelli mediante i quali il medico o il naturopata può formulare la sua diagnosi, essi sono di massima importanza e i più difficili da individuare dove quindi è necessario avere la giusta capacità di osservazione e una buona esperienza.
“ Il modo di esprimersi del corpo è il linguaggio simbolico che incontriamo in tutte le tradizioni religiose, nei miti, ma anche nelle immagini delle fiabe e leggende e , ovviamente, nella lingua corrente con le sua formulazioni a volte così dirette. Da questo linguaggio d’ombra del quadro clinico è possibile dedurre il significato dell’evento, per trovare poi, attraverso una elaborazione più oculata del tema, la soluzione. Il linguaggio del corpo , di cui quello simbolico ne è solo un aspetto, anche se molto importante, è la lingua più parlata del mondo. Tutti gli uomini la parlano,anche se non ne sono sempre consapevoli e anche se tanti non la capiscono più. Tuttavia la maggior parte degli uomini, e questo val anche per l’uomo moderno, conserva dentro di sé, in maniera latente, la conoscenza del linguaggio del corpo ed è capace di farlo rivivere in tempi sorprendentemente rapidi. Sembra che esso faccia parte di quello sterminato tesoro del sapere che è assopito , fin da epoche antichissime, dentro di noi e attende solo di essere ridestato”  ( RUDIGER DAHLKE – La malattia e linguaggio dell’anima – Edizioni Mediterranee – Roma – 1992).

Dott. Stefano Carlucci
Farmacista, Funzionario Azienda Farmaceutica
Naturopata, specializzato in Iridologia, Floriterapia di Bach, Riflessologia, Aromaterapia e Alimentazione naturale e intolleranze
www.altrobenessere.it

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Stefano Carlucci

Farmacista, Funzionario Azienda Farmaceutica, Naturopata, specializzato in Iridologia, Floriterapia di Bach, Riflessologia, Aromaterapia e Alimentazione Naturale e Intolleranze Alimentari.