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Il Noce: l’albero dalle mille virtù

L’Albero di Noce: origine geografica, distribuzione, storia e presenza nella Letteratura

Il noce bianco (Juglans regia) – albero che genera l’omonimo frutto –  è uno splendido albero, maestoso, con tronco solido e radici robuste. Può raggiungere i 30 metri di altezza e vive molto a lungo, a volta anche fino a 1.000 anni.

Originario dell’Iran, cresce in tutta l’Asia e in tutta Europa, soprattutto nelle regioni temperate, ma troviamo coltivazioni di questa pianta anche in America (California), Cile, Nuova Zelanda e Australia.

In Italia è coltivato soprattutto in Campania per il frutto (80% della produzione nazionale) ma in tutto il Paese sono presenti anche impianti specializzati per la produzione del legno, specialmente nella pianura padana. E’ infatti un materiale parecchio diffuso nell’industria del legname, soprattutto dell’arredamento: oltre al notevole pregio estetico (color marrone con striature bruno scuro o nero), vanta una certa facilità di lavorazione in quanto non eccessivamente duro.

La fioritura avviene ad aprile e la maturazione si ha a settembre-ottobre.

I frutti del noce venivano utilizzati come alimento già 9000 anni fa. Plinio il Vecchio li menziona nella sua Naturalis historia e i monaci favorirono la diffusione dell’albero piantandoli nei terreni dei conventi per i loro frutti nutrienti e le proprietà medicinali di foglie e mallo. Alessandro Manzoni dedica un paio di pagine ai frutti nel III Capitolo de I Promessi Sposi, nel quale Agnese e Lucia riempiono una bisaccia di noci per mandare un messaggio urgente a Fra Cristoforo.

Proprietà e utilizzo delle parti della pianta

Le noci sono il frutto della pianta “noce da frutto o noce bianco”. Come i pinoli, le mandorle e i pistacchi, la noce è in realtà un seme, appartenente al gruppo della “frutta secca” e le varietà più conosciute sono le noci di Sorrento e quelle californiane.

Della pianta si utilizzano foglie, frutti, corteccia e gusci (malli), i costituenti sono naftachinoni (composti aromatici poco solubili in acqua, ma che si sciolgono bene in etanolo, utilizzati in farmaci e coloranti, nell’uomo sono sintetizzati dalla flora batterica intestinale), tannini, flavonoidi, acido ellagico (antiossidante fenolico naturale), acido gallico (acido fenolico con azione antiossidante), oli volatili.

Ha azione astringente, antielmintica, lassativa, tonica, corroborante e disinfettante.

Sull’apparato digestivo interviene combattendo l’irritazione e l’infiammazione della parete interna dell’intestino, allevia le dispepsie, la gastroenterite, nausea e diarrea, aiuta ad eliminare gli ossiuri e abbassa la glicemia.

Elimina il catarro e la tosse catarrale e agisce sul sistema immunitario rinforzandolo grazie alla presenza di acidi grassi essenziali Omega-3 e acido linoleico, che proteggono anche il cuore e la circolazione sanguigna dalle malattie degenerative (la Fondazione Veronesi consiglia l’assunzione di 3 noci al giorno per “abbassare significativamente i fattori di rischio cardiovascolare e l’incidenza di infarti nelle persone sane”), riducendo il colesterolo dannoso. Ha inoltre azione diuretica e depurativa, favorendo l’eliminazione delle tossine attraverso le urine.

Per uso esterno, l’infusione/decotto di foglie è utilizzato contro gli eritemi da pannolino, herpes zoster, geloni, sudorazione eccessiva di mani e piedi, emorroidi, vene varicose e ulcere, infiammazioni oculari e mal di gola. I gusci bolliti in acqua sono impiegati come tintura per capelli (copre i capelli grigi) e per rinfoltirli.

Le noci sono prevalentemente consumate come frutta secca. Possono anche essere tritate per ottenere l’olio di noci (per uso alimentare – anche se molto limitato per la tendenza ad irrancidire rapidamente), come siccativo nella pittura a olio e per la produzione di vino di noci (raccogliendo frutti molto giovani verso la fine di giugno).

Il mallo delle noci (insieme a foglie e germogli macerati nell’alcool) non completamente mature è usato anche per la produzione del nocino.

Uso in Erboristeria e Omeopatia

In erboristeria e fitoterapia si utilizzano l’estratto fluido, la tintura madre e il macerato glicerico.

Le gemme di Juglans regia sono il rimedio d’elezione nei confronti del pancreas: promuove la regolazione della secrezione insulinica e di conseguenza aiuta nel controllo della glicemia. E’ impiegato anche nelle pancreatiti croniche e in caso di insufficienza pancreatica funzionale (flatulenza e meteorismo postprandiale) grazie all’azione antiflogistica e stimolante dell’attività pancreatica, usando le sue gemme fresche, preparate secondo il metodo omeopatico in macerato glicerico diluito alla prima decimale 1:10 (Juglans regia MG 1D). Il preparato gemmoterapico agisce sul pancreas endocrino ed è un aiuto prezioso nel diabete di tipo 2.

Il macerato glicerico di Juglans regia ha proprietà antinfettive in particolari nei confronti delle infezioni che si sviluppano a carico delle mucose di trachea e bronchi (stafilococco e streptococco), per cui è utile in caso di tracheiti, tracheobronchiti, sinusiti e otiti. L’azione antiproliferativa si manifesta anche a livello dermico dove può essere impiegato in caso di acne, pitiriasi versicolor, impetigo e altre micosi oltre che in caso di iperidrosi. Inoltre, aiuta a riequilibrare la flora batterica intestinale in caso di disbiosi intestinale.

Secondo la dottrina delle segnature (dal latino signatura, cioè «firma», è un’antica forma di conoscenza che studia l’aspetto, o appunto il «segno», con cui ogni elemento naturale di origine animale, vegetale o minerale si presenta, svelando per analogia la sua funzione terapeutica delle parti del corpo umano più simili ad esso), il frutto del noce simboleggiava il cranio umano: il guscio verde a copertura di un guscio duro erano il cuoio capelluto e la calotta ossea del cranio, la mandorla e le sue circonvoluzioni il cervello, la sua pellicola bruna evocava le meningi. Sebbene oggi questa visione magica delle segnature faccia un po’ sorridere, nella noce ritroviamo la presenza di Omega-3, molto favorevoli al cervello.

In omeopatia il rimedio più classico è utilizzato per:

  • i mal di testa localizzati alla nuca legati a difficoltà di digestione;
  • i dolori occipitali acuti;
  • i dolori alla schiena con rigidità tra le scapole (in particolare verso la scapola destra);
  • una cattiva digestione gastrica con malori vagali dopo i pasti e rigurgiti di tutti i tipi (liquidi, aria);
  • dolori nella regione epatica irradiati verso la scapola destra;
  • efficace anche per flatulenza, gonfiore addominale e diarree piuttosto giallastre e irritanti;
  • eruzioni cutanee con pus, croste, a forte prurito, come ad esempio l’impetigine.

Il Juglans regia conviene in particolare a persone dal carattere sanguigno e in eccesso ponderale, spesso con ipertensione e problemi di colesterolo o di trigliceridi.

Le noci in cucina: una ricetta facile e veloce!

Infine, ecco un piatto completo di carboidrati, proteine, verdure e fibre: molto semplice da preparare e super genuino!

Saltate a fuoco alto, tre zucchine tagliate a cubetti all’interno di una padella e conditele con un filo d’olio extra vergine d’oliva, un pizzico di sale e peperoncino. Sfumate con mezzo bicchiere di vino bianco e lasciate cuocere per 10 minuti circa. Versatele in un recipiente aggiungendo una noce di stracchino e due cucchiai di parmigiano. Frullate con il minipimer fino a raggiungere la consistenza di una crema. Fate bollire in acqua abbondante salata la pasta di grano duro (qui a forma di “farfalla”, ma scegliete il formato che più vi soddisfa). Una volta cotta, scolatela e fatela saltare in padella amalgamando pian pianino la crema di zucchine. Aggiungete il parmigiano grattugiato insieme alle noci tostate e portate in tavola!

Eleonora Ambrosanio


Fonti:

www.wikipedia.it
www.naturelab.it
www.fondazioneveronesi.it
www.vogue.it

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Eleonora Ambrosanio

Naturopata, Erborista, Specialista in Aromaterapia, Floriterapista Bach