Il Naturopata ed il coronavirus
Con la premessa che non sarebbe possibile definire modalità esclusive ed assolute con le quali il Naturopata si deve porre verso i clienti che gli si rivolgono per avere consigli ed indicazioni per aiutarsi a proteggere dal coronavirus, con il presente articolo ci proponiamo di riassumere per il professionista di rimedi naturali i tratti principali dell’approccio naturopatico, consono alla propria missione, alle proprie competenze, al proprio patrimonio deontologico.
I principi di ascolto, attenzione, rispetto costituiscono – da sempre – il vademecum irrinunciabile di ogni operatore di attività di servizio alla persona, nelle quali va ascritta a pieno titolo la funzione del Naturopata; principi che, in questa drammatica situazione, devono essere arricchiti valutando, con una accresciuta sensibilità, i disagi di origine emotiva e psicologica troppo spesso trascurati dalla medicina ufficiale.
Occorre sempre ricordare che ogni persona che si rivolge agli operatori del “naturale” si attende prima di tutto di essere accolto integralmente perché tutta la sua realtà soggettiva fa parte imprescindibile del percorso stesso di guarigione che non è pensabile, in termini di recupero naturale, se l’individuo non viene coinvolto completamente.
Passando al tema specifico del covid-19, al Naturopata spetta un lavoro davvero notevole che consiste soprattutto nel discriminare, nella sovrabbondanza di dati, informazioni, articoli e documenti che circolano tra i maggiori mezzi di comunicazione, ciò che può essere considerato plausibile con una certa affidabilità.
Non dimentichiamo che in questi drammatici frangenti, infatti, sempre più ci si rivolge al Naturopata per avere indicazioni e consigli sulla veridicità delle informazioni diffuse da strutture di ogni genere che fanno riferimento, più o meno esplicitamente, a tecniche e metodiche di medicina complementare.
Un riferimento indispensabile a questo fine è una attenta disamina delle fonti di provenienza, tra le quali occorre privilegiare quelle strutture riconosciute come operanti secondo principi di ricerca scientifica, avulsi da qualsiasi coinvolgimento con Enti aventi scopo di lucro . Una cartina tornasole in tal senso, per misurare in mancanza di informazioni certe l’affidabilità di questi documenti, è l’attenzione con la quale viene fatto riferimento esplicito, con dovizia di particolari e studi specifici, al modo di operare del nostro mirabile quanto complesso sistema immunitario.
E’ appena il caso di ricordare che la prevenzione, paradossalmente grande assente nella mole gigantesca di dati e informazioni propinati dai maggiori mezzi di comunicazione, è l’elemento cardine dei principi e di ogni disciplina di medicina naturale. Così è abbastanza evidente che è essenziale per il Naturopata uno studio attento di tutte quelle esperienze che prevedono la somministrazione di composti vitaminici e fitocomplessi, noti sia per la quasi completa assenza di effetti collaterali che per la loro attività di potenziamento e modulazione del sistema immunitario, efficacia che va necessariamente riconfermata attraverso casi clinici osservati e tracciati secondo i canoni scientifici consueti nel caso specifico del coronavirus.
E’ d’altra parte evidente che, nell’emergenza che stiamo vivendo, i parametri di copertura statistica rispetto alla efficacia, previsti dai protocolli standardizzati, quali ad esempio il numero dei casi da osservare e la percentuale dei successi per la validazione dell’ipotesi in esame, non potranno essere verificati completamente.
Questo aspetto non permette di dichiararne, da parte degli Enti preposti, la cosiddetta evidenza scientifica, ma ciò non toglie che i risultati ottenuti, ancorché parziali, devono essere diffusi in modo da consentirne da parte di studiosi e ricercatori un’analisi attenta e completa.
Tanto per fare un esempio se si sono eseguiti, nelle attuali condizioni di urgenza, soltanto poche centinaia di test per valutare l’efficacia di un fitocomplesso sul coronavirus, è doveroso per ogni ricercatore e scienziato studiarne le modalità con le quali questo svolge la sua azione di contrasto all’infezione, senza dichiararne prematuramente la sua efficacia.
Un risultato del 50% di successi non permette certo l’avallo di un prodotto o farmaco per un suo utilizzo massivo ma non può essere liquidato come inefficace. Questo nel rispetto più rigoroso del metodo scientifico.
Compito del Naturopata è, in ultima analisi, quello di mettere in condizione la persona di avere maggiori conoscenze del suo corpo-mente, in modo che possa disporre di tutti gli elementi per affrontare con consapevolezza e con il suo aiuto il suo percorso di cura e guarigione.
Prof. Luciano D’Abramo