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Scegliamo consapevolmente ciò che mangiamo?

Fa che il cibo sia la tua medicina e la medicina sia il tuo cibo

Ippocrate di Coo nel suo famoso aforisma sottolineava l’importanza di ciò che ingeriamo.

Il luogo culto moderno per eccellenza, come sapientemente illustrato da Allen Ginsberg nella sua poesia “A supermarket in California”, pubblicata nel 1956, è il supermercato, una metafora dell’America di quei tempi.

Sì, è vero, in Italia siamo ancora legati alla tradizione, ai piccoli mercati rionali, tuttavia è al supermercato che il consumatore si reca per l’acquisto di alimenti.

L’industria alimentare influenza, con una politica di marketing serrata, le scelte dei consumatori, i quali, se non adeguatamente provvisti di un senso critico, sono indotti all’acquisto di prodotti accattivanti per sapore e gusto e, molte volte, dai costi non elevati. Inoltre, come è stato appurato da vari studi scientifici, i cibi industriali ricchi di zuccheri, sale e grassi nocivi, privi di fibre e sostanze nutritive, possono creare dipendenza.

Nel libro del prof. David Kessler “The End of Overeating” è spiegato il meccanismo della “ricompensa” innescato dai cibi ad alto contenuto di zucchero e non solo. Ogni volta che ingeriamo cibi ad alta palatabilità, le cellule gustative della lingua mandano un segnale al cervello il quale attiva il circuito neurale degli oppioidi per secernere endorfine che ci permettono di provare sensazioni piacevoli e gratificanti (the reward: la ricompensa) anche se di breve durata.

Kent Berridge dell’Università del Michigan ha chiamato la fonte di tale piacere “hedonic hot spot”che potremmo tradurre “ punto nevralgico del piacere”. Egli ritiene che la stimolazione di quel punto, che misura solo un millimetro cubo e che si trova nel nucleus accumbens, può scatenare in noi un “amore” incondizionato per il gusto di un cibo e per la sensazione legata a quel cibo.

Quindi l’eccesiva assunzione di cibi industriali può stimolare questo centro nervoso e far nascere in noi un continuo desiderio per poi creare in noi una vera e propria dipendenza.
Inoltre tali cibi scompensano la flora intestinale, il microbiota: i microrganismi presenti nell’apparato digerente formano un vero e proprio ecosistema interno che influenza numerosi aspetti della nostra salute. I cibi industriali distruggono l’equilibrio di questo sistema, compromettono la flora intestinale benefica la quale sopravvive grazie ai cibi integrali e naturali.

Una recente analisi comparsa nel “ Lancet” ha evidenziato che la nostra dieta rappresenta un killer più pericoloso del fumo. Una delle principali cause è l’assunzione di sale, presente nel pane, nei cibi confezionati e lavorati e nelle salse. I ricercatori hanno affermato che questo studio non affronta il problema dell’obesità ma la scarsa qualità della nostra dieta giornaliera che danneggia il cuore e causa il cancro. E’ noto che il sale aumenta la pressione arteriosa che a sua volta può causare infarti e ictus.

Cereali integrali, frutta e verdura sono invece protettivi nei confronti di queste temibili patologie ma l’aggiunta di semi oleosi può fare la differenza. Tuttavia, questi benefici alimenti vengono considerati spezzafame calorici costosi e non un vero e proprio alimento. Essi, al contrario, contengono grassi “buoni”, le mandorle e le noci acido oleico e linoleico che contribuiscono a ridurre il colesterolo.

Uno dei ricercatori sottolinea che la qualità del cibo che ingeriamo è fondamentale anche se non siamo in sovrappeso. Il sodio tuttavia è presente in molti cibi ed è essenziale per il buon funzionamento del nostro organismo. Il problema è che molti cibi pronti industriali e non, sono addizionati di sale e molto sodio viene aggiunto alle pietanze. L’ipertensione è uno degli effetti più conosciuti che può insorgere in età adulta ma anche l’osteoporosi in quanto il sodio può aumentare l’escrezione renale del calcio dal circolo sanguigno.

Assumere comportamenti corretti nei nostri giorni è diventata un’impresa ardua.

La televisione, oggetto invasivo dal quale non sappiamo prescindere insieme al cellulare “smart”, ci accompagna nel consumo dei pasti a casa e nei ristoranti, distogliendo la nostra attenzione dal cibo e dalla quantità di cibo che stiamo ingerendo.

I supermercati con le loro campagne pubblicitarie ubiquitarie propongono acquisti di cibi spazzatura ad un prezzo super scontato.

Il raggiungimento del nostro benessere, attraverso un’alimentazione sana e naturale, è diventato laborioso e costoso e vorrei aggiungere, per concludere, anche elitario.

Loredana Fiaschetti – Naturopata


Bibliografia:

David Aaron Kessler (2010) “The End of Overeating” U.K. Penguin books

PubMed website

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Loredana Fiaschetti

Naturopata, Esperta in Alimentazione Naturale ed Intolleranze Alimentari, Erborista, Iridologa, Laureata in Lingue e Letterature Straniere, Operatrice Dispositivo di Bio-Regolazione Cellulare