Medicine non Convenzionali

Reishi: il Fungo dell’Immortalità

 

Lo scrittore tedesco Ernst Junger, vissuto nel XX secolo, sosteneva che i funghi “prendono parte in modo speciale al divenire e al finire. Essi infatti sono più vicini alla terra di qualsiasi altra pianta, così come il serpente  rispetto a tutti gli altri animali. In questo, come in quel caso, il corpo è separato dal suolo solo in minima parte. Per questo motivo il fungo possiede anche forze benefiche e letali. E misteri.”

Anche se spesso sono più conosciuti solamente per le loro proprietà alimentari e nella gastronomia, i funghi, in realtà, sono tra gli organismi più interessanti presenti in natura. Magici se non mistici per alcuni, sacri nelle tradizioni sciamaniche, sembrano possedere aspetti curativi ancora poco noti e divulgati, aspetti non mancanti di valutazioni scientifiche di tipo empirico-analitico e non solo analogico – intuitivo.

Il fungo è un vero e proprio elaboratore, un componente fondamentale dell’ecosistema, il cui nutrimento sono i materiali di scarto come piante e animali morti riciclando così sostanze organiche che possono tornare ad essere disponibili. In un certo senso la loro presenza è così necessaria che si può affermare che senza la presenza dei funghi la vita sulla Terra potrebbe essere compromessa.

Le medicine tradizionali li hanno sempre accolti nei loro sistemi naturali di cure, ma anche la stessa farmacopea allopatica si avvale delle loro proprietà utilizzando estratti di funghi per la preparazione di antibiotici e di chemioterapici. Il fungo di cui parleremo in questo articolo è il reishi o ganoderma lucidum  o ling zhi che è noto alla medicina tradizionale cinese da più di 4000 anni.

 

Nel più antico erbario della Cina lo “Shen  Nung Pen Tsao Ching”, il reishi è descritto come la base stessa della medicina, la panacea che conferisce forza, regalità, fecondità e anche forse immortalità. Gli stessi giapponesi, che molto hanno ereditato dalla vicina Cina, conoscono le proprietà del fungo e l’aurea di mistero che lo avvolge. C’è chi sostiene, infatti, che sia stato donato all’umanità da un asceta taoista , il saggio Sennin, abitante dei boschi il quale si nutriva del fungo stesso, oppure, ancora più anticamente, che sia disceso dalle mani degli Dei come elisir celeste a difesa della salute del genere umano.

Per questo, probabilmente, i taoisti lo considerano un talismano e la tradizione popolare lo utilizza come scacciasfortuna da appendere sopra le porte di ingresso delle abitazioni.  Ma i taoisti, in realtà, lo assumono per ragioni ancor più profonde e sottili come quelle spirituali: il fungo, da un punto di vista energetico ha un perfetto bilanciamento di yin e yang e seda il sistema nervoso conferendo serenità e capacità concentrativa utile per la meditazione senza che si provochi sonnolenza e attenuazione dello stato di lucidità.

Anche la classe politica e non solo quella sacerdotale ne ha conosciuto e apprezzato le proprietà benefiche: gli imperatori delle antiche dinastie cinesi ne hanno da sempre fatto un largo uso per mantenersi forti e longevi.

Si tramanda come i medici di corte erano soliti prescriverlo per una serie di malanni; ciò gli garantiva la riuscita del trattamento provvedendo alla consegna della parcella: nella antica sanità cinese il medico veniva corrisposto solo dopo l’effettiva e comprovata guarigione dell’ammalato! Certamente, aldilà della leggenda di elisir, il reishi è un elemento fitoterapico di tutto rispetto e non di certo una illusione da pubblicizzare e  additare come rimedio ai mali del mondo. Spesso la tendenza delle mode è di innalzare a fenomeni miracolosi degli utili e genuini prodotti della natura,  provocando inconsapevolmente un effetto opposto: il carico di aspettative diventa così alto che al posto di essere valorizzato, l’elemento viene paradossalmente screditato.

Le piante e i funghi, sono, ancor prima di essere medicine, del cibo e come il cibo essi nutrono ed aiutano attraverso il sostentamento. Già lo stesso Ippocrate descriveva l’atto del mangiare come la medicina più profonda e sicura per il ripristino dell’equilibrio e il reishi, essendo cibo, rientra legittimamente nella categoria ma con l’aggiunta e la caratteristica di cibo speciale in quanto supernutriente.

Il ganoderma lucidum contiene: ferro, carbonio, vitamine, rame, manganese, zinco, magnesio, calcio, acidi grassi, alcaloidi biogeni, ergosterina, mannite e polisaccaride.

La ricerca scientifica ha prodotto una letteratura abbastanza vasta intorno ad esso, attraverso studi in vitro e su modelli animali: una sperimentazione e osservazione che durano da circa un trentennio, specialmente negli Stati Uniti, in Gran Bretagna e in Cina. E’ stato dimostrato che l’ utilizzo costante è un forte coadiuvante nel trattamento di alcune patologie importanti come il cancro (è ottimo per ridurre gli effetti di chemioterapia e radioterapia), le malattie cardiovascolari, l’asma, l’ipossia in generale, l’herpes, le varie allergie, le ulcere, il diabete, la bronchite, la trombosi, le ferite, le piaghe e sembra possedere anche effetti  afrodisiaci e di aumento della fertilità. Lo si potrebbe definire quindi  un buon cardioprotettore, epatoprotettore,, ricostituente, tonificante, depurante e stimolante. E’ utilissimo, anche, per aumentare le difese immunitarie se preso con regolarità. Può essere somministrato anche ai nostri amici animali, soprattutto quelli domestici: in molti casi alcune malattie di cani e gatti sono regredite fino alla totale  guarigione.

Fino a non molto tempo fa, il fungo non era molto reperibile, ma visto il successo riscontrato e i buoni risultati ottenuti da chi lo assume regolarmente (anche solo in via preventiva come integratore) le aziende fitoterapiche hanno cominciato a produrlo in capsule e a distribuirlo nei punti vendita dedicati e maggiormente diffusi come le erboristerie. Nonostante l’assunzione in capsule sia la più commerciale, è l’assunzione in tisana ad essere però la più efficace, soprattutto per disturbi specifici.

Per allievare lo stress, per esempio, si possono unire:  20 grammi di reishi , 20 grammi di valeriana e 20 grammi di genziana e far bollire il tutto come un infuso.

Per  il mal di testa: 10 grammi di reishi, 10 grammi di menta piperita, 10 grammi di melissa, 10 grammi di verbena e 10 grammi di rosmarino.

Per gli amanti della meditazione, invece, si può provare il seguente  infuso: 20 grammi di reishi,20 grammi di foglie di fragola e 20 grammi di foglie di calendula.

Il ling zhi (questo è il suo nome in Asia) è talmente adattabile che lo si può inserire in molte tisane ed infusi ed arrecare beneficio.

L’assunzione controllata e dosata del fungo non ha mostrato effetti collaterali anche se, l’uso in gravidanza è generalmente sconsigliato.

Monia Carducci


*** Bibliografia: “Reishi” di Frank Daniel Schulten, edizioni Il Punto d’incontro, 2014. ***

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Monia Carducci

Insegnante, laureata in Filosofia con Master in Filosofie Orientali e comparative, diplomata in Naturopatia presso il Campus Framens.