Meditazione e benessere: i benefici della pratica meditativa sulla nostra mente
Il termine “meditazione” deriva da due parole latine: meditari (pensare, esercitare la mente) e mederi (guarire).
E’ interessante notare, inoltre, che la parola “medicina” e la parola “meditazione” hanno la stessa radice. “Medicina” indica ciò che guarisce il corpo, mentre “meditazione” indica ciò che guarisce lo spirito. Entrambe hanno dei poteri curativi.
Ma cosa si intende realmente per “meditazione”?
Spesso essa viene considerata semplicemente una tecnica di rilassamento. Ma la meditazione è in realtà molto, ma molto di più.
E’ un processo volto a produrre una forma di pulizia mentale, emotiva ed interiore, uno stato di presenza consapevole capace di sviluppare un’armonica ed equilibrata coscienza di sé che permette all’individuo di sentirsi come un’unità in contatto con ogni sua parte (mente, corpo ed emozioni).
La meditazione diviene quindi una delle esperienze più valide ai fini dell’evoluzione a livello personale, sociale e spirituale; essa ci rende integri, consapevoli, attenti ai segnali che provengono dall’interno e dall’esterno di noi.
Tutto ciò produce straordinari effetti sul corpo e sulla mente, rendendo la meditazione una vera e propria esperienza terapeutica. In particolare, la pratica meditativa quotidiana, durante la quale il caos dei pensieri si annulla, dona alla mente chiarezza, stabilità e appagamento, permettendo alle potenzialità dell’individuo di esprimersi al meglio. Inoltre la meditazione sviluppa alcune importanti qualità nella persona, quali la consapevolezza, la saggezza, l’energia, la calma, la concentrazione e l’imperturbabilità, che costituiscono la base affinché si creino, nel meditante stesso, degli stati mentali sani e positivi.
In un interessante studio condotto da un gruppo di ricercatori della Hopkins School of Medicine, gli studiosi hanno evidenziato un rilevante miglioramento dei sintomi dell’ansia e della depressione nelle persone che avevano partecipato a sessioni di meditazione, a differenza di quelle che non avevano praticato tale attività. La meditazione, secondo gli esperti, aiuta a contrastare l’impatto negativo degli stati ansioso-depressivi sulla qualità della vita e andrebbe consigliata come pratica da introdurre nella vita dei pazienti che soffrono di tali stati mentali.
In una ricerca condotta dal prof. Zindel Segal, titolare della cattedra in Psicoterapia alla University of Toronto, viene evidenziato che nei pazienti depressi che avevano seguito programmi terapeutici basati sulla meditazione, il rischio di ricaduta risultava diminuito del 50% rispetto a coloro che non avevano preso parte a tali programmi. Infatti attraverso la pratica meditativa, afferma Segal, le persone imparano realmente a cambiare il proprio rapporto con i pensieri, con le emozioni e con le sensazioni e a diventare più consapevoli delle loro azioni e della gestione della propria salute mentale.
La pratica della meditazione può inoltre esserci di grande aiuto anche nella gestione delle nostre paure. Spesso commettiamo l’errore di identificarci con esse, di lasciarci dominare dalle paure stesse, permettendo loro di condizionare la nostra vita e le nostre scelte.
In particolare, la zona del cervello che gioca un ruolo centrale nel meccanismo della paura è l’amigdala. L’amigdala è una sorta di sentinella, che analizza ogni esperienza sensoriale e rileva situazioni minacciose ed emozioni negative. Ebbene pare che questa zona del cervello risulti considerevolmente modificata negli individui che rendono le loro emozioni più positive attraverso la meditazione. Sembra che l’esperienza meditativa possa realmente aiutarci a trasformare le nostre paure creando uno stato interiore che ci dia la sicurezza di affrontarle con maggior lucidità e di sfruttare l’energia che ci viene dalla paura stessa a favore della nostra crescita interiore.
Gli esperti studiosi di meditazione hanno inoltre rilevato che la pratica meditativa può interferire positivamente sul processo di invecchiamento della mente e di conseguenza, del corpo. Le ricerche affermano che l’invecchiamento è controllato dalla consapevolezza. Vivendo in maniera superficiale e confusa, acceleriamo il processo di invecchiamento delle nostre cellule, mentre coltivando il silenzio e l’interiorità, l’attività mentale si ferma e lo stesso sembra fare l’attività cellulare.
Gli studiosi affermano inoltre che le persone che praticano la meditazione presentano alti livelli di DHEA, un ormone che pare ritardi in qualche modo l’invecchiamento. Espandendo la consapevolezza attraverso l’esperienza meditativa, abbiamo quindi la straordinaria possibilità di allungare la nostra vita distruggendo l’assunto che soffoca la vita stessa, e cioè la convinzione di essere prigionieri del proprio corpo.
In conclusione, alla luce dei numerosi ed importanti effetti positivi che può regalarci l’esperienza meditativa, non mi resta che ricordare le parole di una famosa campagna pubblicitaria, che inconsapevolmente diversi anni fa consigliava una pratica davvero benefica, quella della meditazione. E allora…. “meditate gente, meditate”…
Lorella Coccia Colaiuda