Naturopatia

Radiestesia… questa sconosciuta

radioestesia

“Come, dove, su cosa e in che modo vuoi che sia reso manifesto il tuo benessere? proponimi le tue scelte e possibilità, che insieme troveremo la giusta formula e soluzione per farti raggiungere i tuoi alti scopi”.
“Radiestesia” è un termine coniato nel 1920 dall’abate francese Alexis Bouly e deriva dal latino “radíus” (raggio) e dal greco “aisthesis” (sensazione).
Il radiestesista è quel soggetto capace di percepire, per mezzo di un pendolo, biotensor o di una bacchetta rabdomantica, le vibrazioni di stimoli e le radiazioni emesse da cose, persone, animali, terreni, ecc….
Anticamente si chiamava Rabdomanzia e veniva usata solo per la ricerca delle fonti d’acqua o di metalli come l’oro.
I Cinesi usavano già l’arte della rabdomanzia circa duemila anni prima della nostra Era, ed erano divenuti cercatori molto esperti di nella ricerca di acqua e minerali.
Si dice che un Imperatore cinese, appartenente alla dinastia Hia, sia stato uno dei più grandi cercatori di acqua dell’antichità. Un’incisione su legno, datata 147 a.C., lo rappresenta con in mano un oggetto la cui forma richiama quella di un diapason.
Uno scritto spiega, senza possibilità di malintesi, che tale attrezzo veniva usato come strumento rabdomantico.
In Egitto, le ricerche effettuate nelle tombe della Valle dei Re, hanno permesso di scoprire alcune bacchette ed anche un certo numero di strumenti stranamente simile ai pendolini usati dai radiestesisti.
A cosa servivano? Sembra che fossero usati dal Faraone, dai suoi sudditi ed dai sacerdoti nei templi. Si trattava certamente di una scienza magica e segreta.
Sembra anche che Mosè fosse stato un rabdomante.
Egli era un profondo conoscitore della scienza e dei segreti degli Egiziani e questo, tra gli altri prodigi, gli ha permesso di trovare l’acqua in pieno deserto.
Si racconta anche che quando Romolo fondò Roma, un ragazzo sensibile, probabilmente un rabdomante, salì insieme a lui in cima al colle e, bacchetta alla mano, decise dove si trovava l’area con le energie più favorevoli per la costruzione della città.
Scorrendo la storia scopriamo che quando le legioni Romane avanzavano verso la Gallia e la Germania, i loro eserciti erano preceduti da “portatori di bacchette,” la cui missione consisteva nel trovare l’acqua, spesso sotterranea, essenziale per il rifornimento dei soldati. In questo modo fu scoperto anche un certo numero di fonti termali.
Più tardi ci si rese conto che questa “risonanza” tra materia  organica e inorganica e la mente dell’uomo aveva una validità estensibile ad ogni campo.
Da qui, la scelta del termine “Radiestesia” quale definizione per indicare lo studio delle onde e delle vibrazioni” emesse da qualsiasi corpo.
Gli strumenti “radiestesici” principali che il “radiestesista” utilizza per tutti i tipi di ricerche sono pendoli di cristallo, di quarzo jalino, biotensor  e bacchette rabdomantiche.
Gli usi della Radiestesia sono molteplici.
I fenomeni radioestesici hanno infatti una spiegazione di ordine fisico: ogni cosa, dall’essere vivente alla materia inorganica, emette delle radiazioni, ciascuna su lunghezze d’onda diverse.
Inoltre il Radiestesista, per mezzo delle sue facoltà Radiestesiche, può anche captare queste lunghezze d’onda o radiazioni naturali per trovare la presenza di ciò che sta cercando: malattie entro una persona, il medicinale, terapia o approccio terapeutico più adatto alla cura di una malattia e per la cura olistica, acqua, oro, oggetti scomparsi, qualsiasi diagnosi su terreni, autovetture, oltre che per costruire forme radioniche attive per qualsiasi utilizzo vibrazionale.
La grande massa, che non può comprendere la natura di questi fenomeni, attribuisce loro volentieri un’origine soprannaturale, preferendo mantenersi lontana dalla Radioestesia perché la considera un’arte misteriosa e occulta.
Quanto agli scienziati, molti fra essi, posti di fronte a fatti indiscutibili, cercano di spiegarli e, non riuscendovi, relegano la Radiestesia fuori dalla scienza; non potendo inquadrarli nella scienza positiva, li classificano, nell’attesa, dominio della scienza di domani.

Daniela Dionisi
Riflessologa

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