Naturopatia

Onde solitoniche e Meridiani : la MTC incontra la Fisica Molecolare

E’ fortunatamente lontano il tempo in cui la scienza  ufficiale “d’Occidente” utilizzava i suoi criteri investigativi basati sulla “evidenza anatomica” per verificare – o screditare – la presenza dei Meridiani, cui la Medicina Tradizionale Cinese attribuisce percorsi energetici preferenziali che interessano distretti specifici del corpo umano. Infatti, come vedremo in questo articolo che raccoglie  recenti pubblicazioni scientifiche, un approccio ed una ricerca  basati sulle leggi della fisica e della chimica molecolare si è rivelato decisamente più proficuo per costruire un modello scientifico  che tenga conto della antica, quanto feconda di risultati ed esperienze, Medicina tradizionale Cinese (abbreviata in seguito come MTC).

Ricordiamo innanzitutto che la MTC attribuisce ad uno squilibrio energetico, generato da eventi interni od esterni, la causa principale della maggior parte degli stati patologici e che, di conseguenza, il raggiungimento dello stato di salute è correlato allo scioglimento dei blocchi o alla compensazione di carenze energetiche, ottenuto  con il ripristino del corretto flusso di energia – il CHI – lungo sottili canali – i Meridiani – non riscontrabili  a livello anatomico.

Lo studio che – dal punto di vista del nostro metodo scientifico – permette una spiegazione del sistema dei meridiani ci viene dalla scoperta, analisi e applicazione delle “onde di solitoni”, fenomeno fisico rilevato nel XIX secolo [1] e da allora investigato e descritto con equazioni matematiche e, più recentemente, con modelli algoritmici risolvibili con potenti computer.

Il fenomeno della genesi dei solitoni e della conseguente diffusione delle cosiddette ”onde solitoniche “ consiste nella formazione e propagazione di un’onda di materia o di energia – come nel caso delle onde marine – senza però diminuzione di energia e variazione di forma per percorsi molto grandi rispetto alle sue dimensioni. Caratteristica di queste onde è la sua costituzione che pur essendo generata dalla stessa sostanza  dell’ambiente circostante (tipicamente acqua o aria, in campo macroscopico) presenta una forma molto diversa da esso, quale ad esempio un vero e proprio “gradino” di massa d’acqua, in grado di avanzare senza perdita di energia per attrito.

Onde di solitoni  sono state riscontrate ed analizzate anche in diversi ambienti  microscopici, sia in strutture biologiche che in mezzi di comunicazione come, ad esempio nelle fibre ottiche, in cui i solitoni sono in grado di trasportare informazioni con perdite trascurabili, grazie alle modulazioni impresse da apposite stazioni generatrici di impulsi ottici.

Per approfondire l’origine e la trasmissione delle onde solitoniche nel corpo umano dobbiamo innanzitutto osservare che gli elettroni “liberi”, prodotti in molte reazioni chimiche fisiologiche, si legano facilmente a proteine a forma di alfa-eliche, deformandole mediante una lieve polarizzazione dovuta alla carica elettrica acquisita.

Il sistema elettrone-proteina-ad-alfaelica così formato è più stabile, proprietà che in fisica corrisponde ad un livello complessivo di energia più basso. Può accadere  così che, in virtù di questa proprietà, l’energia prodotta dalla reazione di idrolisi dell’ATP si trasmetta senza perdite lungo la catena di alfa-eliche, giungendo fino al sito “bersaglio”  dove viene utilizzata per innescare le specifiche reazioni chimiche richieste “ in loco”. Tra queste ricordiamo, ad esempio, quelle deputate alla sintesi delle proteine o  al movimento degli ioni  attraverso le membrane cellulari .

Studi più specifici [2] hanno evidenziato l’influenza delle radiazioni elettromagnetiche sulle onde solitoniche che, se sollecitate da particolari frequenze, entrano in risonanza, cedendo energia all’ambiente sotto forma di calore della vibrazione: in questo modo la trasmissione del solitone viene interrotta.

Il fisico russo A. S. Davydov [3] ha costruito un modello matematico che considera  il solitone come  una quasi-particella soggetta a leggi quantistiche che si trasmette – sotto certe condizioni [4] – senza perdere energia all’interno della struttura delle proteine a forma di alfa-elica. In questo modo il solitone è in grado di percorrere le  lunghe catene molecolari che compongono le fibre muscolari senza smorzamento, andando a cedere la sua energia nei siti specificatamente deputati a riceverla. Il ricercatore ha applicato questo modello per chiarire il meccanismo di contrazione dei muscoli striati a livello molecolare.

La presenza delle onde solitoniche nella circolazione dei fluidi presenti nel nostro corpo è anche in grado di spiegare alcuni punti controversi riscontrati applicando la  teoria di Hodgkin-Huxley che attribuisce alla variazione del potenziale di azione l’origine della propagazione  degli stimoli lungo  il sistema nervoso.

Un interessante risultato della teoria della diffusione delle onde solitoniche lungo gli assoni dei circuiti neuronali è la spiegazione coerente dell’effetto degli anestetici. L’anestetico, secondo questa teoria, entrando in soluzione con le membrane lipidiche che circondano le catene degli assoni, produce un abbassamento della temperatura, riscontrato normalmente sotto anestesia, che inibisce la trasmissione dei segnali elettrici che permettono al nostro Sistema Nervoso Centrale di mantenerci suscettibili agli stimoli ambientali e quindi ”svegli”.

Ancora più significativo il fatto che, mediante questa teoria, è possibile trovare un valido riscontro alla effettiva presenza – ed alla funzione – dei Meridiani della MTC che corrisponderebbero a vere e proprie “guide d’onda” attraverso le quali si propagano le onde di solitoni. La loro circolazione è ostacolata dalla presenza di tessuti a diversa consistenza e conformazione e, più particolarmente, dai blocchi energetici causati da contrazioni muscolari o carenze di specifici elementi.

Per evitare questa dispersione di energia che condurrebbe ad una attenuazione dell’ampiezza delle onde solitoniche fino alla loro scomparsa, si interviene nei punti “sensibili“ dei meridiani, stimolandoli con l’agopuntura, la moxabustione o la digitopressione.

Questi impulsi di energia  contengono vibrazioni “caotiche” scomponibili, secondo l’analisi di Fourier [5], in   varie frequenze tra cui quelle tipiche di risonanza dell’onda in grado di trasmettere correttamente l’energia lungo il percorso, permettendo la sua  ricostruzione in ampiezza e forma originaria e, di conseguenza, ripristinando la circolazione dell’energia, inizialmente bloccata, lungo i circuiti dei “meridiani”.

Rilevazioni strumentali effettuate con camere ad infrarossi su corpi di pazienti stimolati nei punti di agopuntura con  la moxa hanno mostrato, in particolare, l’evidenza del percorso dei meridiani  bilaterali della vescica e della milza [6].

Concludiamo questo articolo esprimendo soddisfazione per l’impegno profuso da diversi studiosi del nostro Occidente alla ricerca di una feconda quanto salutare integrazione tra le cosiddette scienze esatte e le metodiche tradizionali dense di evidenze empiriche del sempre più vicino Oriente.

Prof. Luciano D’Abramo


[1]     Il fenomeno fu osservato per la prima volta dall’ingegnere scozzese J. S. Russell nel 1844 che osservò la formazione di un’onda di acqua  a forma di gradino, lungo un fiume vicino ad Edimburgo, generato da un natante con i motori accesi ma in avaria.

[2]     Per approfondimento si veda l’articolo  di Brizhik L., Cruzeiro-Hansson L., Eremko A. : Influence of electromagnetic radiation on molecular solitons”, Journal  Biology Physics,24,1998,19-39.

[3]     Si veda per una trattazione approfondita, che richiede però una notevole conoscenza della matematica, il  libro : “Solitons in Molecular Systems”,  A.S. Davydov, Springer Science+Business Media Dordrecht -1985

[4]     Una condizione fondamentale per il verificarsi delle onde solitoniche è la propagazione lungo una sola dimensione

[5]     Mediante l’analisi di Fourier un’onda comunque complessa può essere scomposta in una serie di onde di diversa frequenza ed ampiezza.

[6]     Si veda l’articolo di L. Brizhik, E. Del Giudice e altri : “Light as a Trigger and a Probe of the Internal Dynamics of Living  Organism”, pubblicato  in : Journal  of Acupunct Meridian Stud,2010,3(4): 291-297

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Luciano D'Abramo

Laureato in Fisica con lode all’ Università “La Sapienza” di Roma nel 1974, ha svolto per molti anni la sua attività professionale nell’ambito della progettazione e realizzazione di grandi Sistemi Informativi, principalmente per Enti pubblici quali la Ragioneria Generale dello Stato ed il Ministero dei Beni Culturali. Particolarmente interessato, sin dall’età giovanile, alla ricerca di una possibile sintesi tra le varie discipline scientifiche, oggi ancora troppo frammentate, ha pubblicato nel 1998 il libro “Fisica e Psiche”, trovando possibili collegamenti ed analogie tra le relazioni interpersonali e le leggi della fisica. Dal 2002 svolge interamente la sua attività professionale alla progettazione ed alla erogazione di corsi presso scuole ed istituti superiori ed universitari su materie scientifiche. Fa parte, sin dalla sua costituzione del corpo docenti e del Comitato Scientifico della Scuola di Naturopatia Borri ora Campus FRAMENS, per la quale svolge seminari e corsi di Biofisica, con particolare riferimento ad argomenti di ricerca di frontiera sulle leggi e le teorie della Fisica applicate ai sistemi viventi, riconducibili alle tecniche ed alle metodiche della medicina naturale.