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Il Reflusso Gastroesofageo: definizione, sintomi, cause e rimedi naturali

Ogni giorno introduciamo nel nostro corpo degli alimenti, ma sappiamo cosa succede durante la digestione? Com’è composto l’apparato digerente e a cosa sono legati i suoi disturbi?

Innanzitutto chiariamo che per alimentazione si intende l’ingestione di cibo, mentre per digestione quell’insieme di processi chimico-fisici che trasformano lo stesso in “materie prime” assimilabili dalle cellule del nostro corpo.

Il sistema digerente e la digestione

La digestione avviene nel sistema digerente, un tubo muscolare lungo complessivamente 12 metri. Il cibo, introdotto dalla bocca, viene triturato dai denti, ammorbidito dalla saliva e spinto dalla lingua verso la faringe e l’esofago. Successivamente, grazie alla contrazione ritmica involontaria dei muscoli di quest’ultimo (la peristalsi), il bolo alimentare giunge allo stomaco, un organo cavo e a forma di sacco, situato nella cavità addominale subito sotto il diaframma, con una capacità media di 1200 cm3 (ma che si può dilatare in base alle abitudini alimentari).

Nello stomaco si accumula il cibo di tutto un pasto che viene sottoposto all’azione dei succhi gastrici: il processo di omogeneizzazione e acidificazione dura oltre 3 ore per un pasto medio, ma se si sono ingeriti alimenti piuttosto grassi la digestione è ancora più lenta.

Subito dopo, il contenuto gastrico (detto chimo) passa nel primo tratto dell’intestino tenue, il duodeno. Qui sboccano gli enzimi e altre sostanze prodotte da fegato e pancreas, che riducono il chimo in molecole sempre più semplici e facilmente assimilabili dal sangue.

Il chimo sbocca quindi nell’intestino crasso, dove avviene il processo di riassorbimento dell’acqua e di spinta delle scorie verso l’esterno attraverso il retto.

Il reflusso gastrico

Per reflusso gastroesofageo si intende la risalita involontaria di materiale acido dallo stomaco all’esofago: i succhi gastrici, venendo a contatto con la parete dell’esofago provocano rigurgito acido in bocca, un intenso bruciore retrosternale e alla gola e tosse stizzosa.

La risalita di materiale acido dallo stomaco all’esofago si verifica maggiormente dopo i pasti o dopo aver consumato bevande gassate e pasti eccessivi e può intervenire occasionalmente o frequentemente.

Quando la frequenza degli episodi si ripete, si è in presenza di un vero e proprio disturbo: la malattia da reflusso gastroesofageo (MRGE) che, pur essendo di natura benigna, presenta dei sintomi che influiscono incisivamente sulla qualità di vita di chi ne è affetto.

Il reflusso gastroesofageo è molto comune in tutto il mondo e la maggior parte dei casi si verifica in  primavera e in autunno. Secondo le statistiche in Italia il 30% della popolazione soffre di questo disturbo, più frequentemente nella fascia di età 45-64 anni e senza differenze di incidenza fra uomini e donne.

Cause del reflusso gastroesofageo

La causa più comune della malattia da reflusso gastroesofageo è l’alterata funzionalità del cardias, lo sfintere esofageo inferiore: in condizioni normali questa valvola permette il passaggio del cibo verso lo stomaco e ne impedisce il reflusso (tranne che in caso di vomito) in senso inverso.

Inoltre, possono contribuire all’insorgere del reflusso gastrico anche:

  • Fumo di sigaretta e alcol;
  • Ernia iatale (una parte dello stomaco protrunde per scivolamento verso l’apertura del diaframma e si disloca parzialmente nel torace);
  • Gravidanza (il feto fa pressione sullo stomaco facilitando la risalita di materiale gastrico verso l’esofago);
  • Alimentazione scorretta, con consumo eccessivo di cibo, caffè, alimenti grassi, cioccolata e bevande gassate;
  • Allergie alimentari;
  • Assunzione costante di alcuni i farmaci come i broncodilatatori (utili per l’asma), gli antidepressivi, gli ansiolitici, i calcio-antagonisti (contro l’ipertensione);
  • Obesità: l’eccessiva presenza di grasso addominale aumenta la pressione sullo stomaco facilitando la risalita di materiale gastrico in esofago;
  • Ansia e stress, anche se difficilmente sono i veri responsabili della malattia da reflusso, possono sicuramente acuirne la sintomatologia.

 Sintomi del reflusso gastroesofageo

I sintomi sono di norma più evidenti dopo i pasti, ma possono presentarsi anche al risveglio, dopo sforzi fisici o durante la notte:

  • Bruciore retrosternale, aggravato dalla posizione sdraiata o da una flessione in avanti;
  • Dolore retrosternale, simile a quello dell’angina pectoris, associato spesso a pasti abbondanti e peggiora con gli sforzi e con la posizione sdraiata;
  • Disfagia (difficoltà di deglutizione);
  • Eruttazioni;
  • Sintomi extraesofagei, che coinvolgono l’apparato respiratorio, come raucedine, disfonia, tosse secca, asma, laringiti o faringiti;
  • Insonnia;
  • Otite.

La diagnosi è prevalentemente clinica (il bruciore retrosternale e il rigurgito acido ne sono indicazioni sufficienti), la terapia con farmaci gastroprotettori viene prescritta in caso di sintomatologia persistente. Ma potrebbero essere necessarie indagini di laboratorio e/o esami strumentali (la gastroscopia) per una valutazione più precisa, in assenza di miglioramenti o in aggiunta di sintomi come debolezza, anemia, eccessivo dimagrimento.

Trattamento naturopatico del reflusso gastroesofageo

La naturopatia, come ben sappiamo, favorisce il benessere e stimola l’autoguarigione “secondo natura”, interviene con rimedi naturali sulla vera origine e causa del malessere o disordine. Considera la malattia come conseguenza di uno squilibrio energetico.

Ha un approccio olistico nei confronti del paziente, non si sofferma cioè sul singolo sintomo, ma esamina il “terreno” della persona e il suo stile di vita, al fine di eliminare ciò che ha originato lo squilibrio fra mente e corpo.

Lo stress, i ritmi frenetici e le preoccupazioni incidono in modo rilevante sulla salute dello stomaco: ad esempio, la sovraproduzione di cortisolo altera la funzionalità della mucosa gastrica e, a lungo andare, può aumentare la secrezione di acido cloridrico e, di conseguenza, l’infiammazione.

Lo stesso processo digestivo ha un grande valore simbolico: è l’accettazione, l’accoglienza di ciò che viene da fuori. Disturbi come la gastrite e il reflusso sono tipici di chi accumula rabbia e aggressività, di chi non riesce a manifestare ciò che vorrebbe.

Stomaco e cervello hanno un legame strettissimo. Il nervo vago controlla la peristalsi gastrica e intestinale, mentre l’ipotalamo regola il senso di fame. Ma attraverso lo stomaco il cervello comunica anche le emozioni: basti pensare al “peso sullo stomaco” avvertito quando siamo preoccupati, oppure alla “stretta” che proviamo quando abbiamo paura, o ancora la sensazione di “farfalle nello stomaco” quando siamo innamorati. Tutte queste espressioni ci indicano come le emozioni e i sentimenti trovino la via di comunicazione attraverso lo stomaco

Fiori di BachIl trattamento naturopatico è basato sulla combinazione tra un corretto stile di vita, la giusta alimentazione e l’utilizzo di tecniche complementari quali la fitoterapia, l’aromaterapia, la digitopressione, la riflessologia e la floriterapia di Bach.

Le indicazioni generali di comportamento sono:

  • Astenersi dal fumo di sigaretta;
  • Mantenere un peso corporeo adeguato mediante l’attività fisica;
  • Consumare un pasto leggero per cena;
  • Evitare di coricarsi subito dopo i pasti (aspettare almeno 2 ore), soprattutto se pesanti.

Per quanto riguarda l’alimentazione, invece:

  • Consumare cibi semplici e non raffinati, quindi cereali integrali, verdura cruda, noci e semi;
  • Per evitare di sovraccaricare lo stomaco, è bene suddividere i pasti principali in diversi spuntini nel corso della giornata;
  • Bere acqua naturale – non gasata- in abbondanza (l’acqua diluisce e neutralizza i succhi gastrici che risalgono dallo stomaco);
  • Bere succo di cavolo (un bicchiere al giorno), un rimedio straordinario che dà sollievo al tratto digerente;
  • Evitare di ingerire grandi quantità di cibo e di mangiare in fretta;
  • Non mangiare poco prima di coricarsi, ma attendere almeno due ore dalla fine del pasto affinché lo stomaco possa svuotarsi;
  • Evitare cibi fritti, pietanze molto unte, la carne rossa, gli intingoli, le spezie piccanti, cibi acidi come gli agrumi e i pomodori;
  • Eliminare o diminuire drasticamente caffeina, alcol, cioccolato e cibi contenenti menta, tutte sostanze che irritano lo stomaco e possono aggravare i sintomi.

La fitoterapia può essere di grande aiuto nell’alleviare i sintomi:

  • La radice di liquirizia, assunta prima dei pasti, ha proprietà lenitive su esofago e stomaco (è sconsigliata, però, in caso di ipertensione);
  • Succo di aloe vera, che promuove la guarigione e dà sollievo al tratto digerente;
  • Radice di altea, che allevia il dolore e riduce l’infiammazione delle mucose di esofago e stomaco;
  • Infuso di camomilla, dà sollievo;
  • Il magnesio aiuta a rilassare la muscolatura contratta di stomaco e esofago.

In aromaterapia, l’uso di alcuni oli essenziali aggiunti all’acqua del bagno oppure diluiti in un olio di base per eseguire un delicato massaggio dell’addome, può alleviare i sintomi, come ad esempio l’olio essenziale di camomilla e zenzero contro il dolore addominale.

Per quanto riguarda, infine, l’uso dei Fiori di Bach, è essenziale comprendere che non agiscono sui sintomi, ma sulle cause scatenanti. Vanno quindi ad operare sugli stati d’animo negativi che influiscono in modo diretto sulla malattia.

Sappiamo infatti come l’attività del pensiero sia strettamente correlata al sistema immunitario e alle funzioni dei vari organi, creando così un sistema corpo-mente in cui la parte fisica dipende da quella psichica e viceversa e in cui la malattia sembra essere la risposta elaborata dall’organismo quando è in disaccordo con la parte spirituale.

Rock Water è il rimedio per i caratteri arroganti, che tendono alla rigidità, all’autodisciplina e al perfezionismo, che tengono sotto stretto controllo le proprie esigenze e i propri desideri.

Beech è utile per coloro che hanno un atteggiamento di rimprovero, di critica e giudizio verso gli altri, che non gradiscono scendere a compromessi.

White Chestnut è il rimedio indicato per coloro che hanno pensieri incessanti e indesiderati, idee fisse e ossessive.

Willow è il Fiore adatto per coloro che provano risentimento, amarezza, vittimismo, tendenti all’autocommiserazione e a dare la colpa agli altri, che elaborano continuamente i torti subìti.

Ovviamente, la consultazione naturopatica e floriterapeutica è fondamentale per l’indicazione del rimedio o della miscela più adatta che, ricordiamo, è totalmente soggettiva.

Eleonora Ambrosanio

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Eleonora Ambrosanio

Naturopata, Erborista, Specialista in Aromaterapia, Floriterapista Bach