Fiori di BachNaturopatia

L’attacco di panico: affrontiamolo con l’aiuto dei fiori di Bach.

Il termine «panico» deriva dal Dio Pan, una divinità ellenica che il mito vuole figlio di Zeus e della ninfa Callisto. Secondo Omero sarebbe nato dall’unione di Hermes e Driope, ninfa della quercia. La madre lo abbandonò subito dopo la nascita poichè era talmente orrendo che ne rimase terrorizzata. Pan, infatti, era più simile ad un animale che ad un uomo: il suo corpo era ricoperto di peli ruvidi, aveva l’aspetto di una capra con una barbetta ispida, il naso schiacciato e due corna sopra la fronte; al posto dei piedi aveva due zoccoli caprini, mentre il busto era umano.

Dio arcaico della fertilità, della foresta, della natura, delle greggi e dei pastori, Pan non risiedeva nell’Olimpo, ma era un dio solitario che viveva nei boschi e con la sua voce spaventosa incuteva una grande paura; da qui deriva la parola panico, in greco «pain», e significa pascolare.

Era una divinità vigorosa e giocosa, l’allegro compagno delle Ninfe che danzavano con lui, sempre innamorato e sempre respinto per la sua bruttezza. Pan è generalmente amichevole nei confronti degli uomini, tuttavia non ha mai perso il suo lato selvaggio, infido, astuto e può infestare il sonno con incubi che provocano appunto il panico. In realtà il Dio Pan non fa male a nessuno, ma nessuno vuole parlarci perchè è brutto e imprevedibile.

Nonostante le apparenze, il Dio Pan ci vuole bene e vuole farci capire come si fa ad essere felici, magari passando attraverso il periodo più tormentato della nostra vita.

Pan è il Dio delle scelte, più che un caprone sembrerebbe un cane da guardia; quando abbiamo un dubbio inconscio da risolvere, egli è lì in prossimità del bivio pronto ad aiutarci, a farci retrocedere se la via che abbiamo scelto razionalmente è sbagliata. Ci aiuta attraverso l’attacco di panico che ci riporta sulla nostra strada, è una sirena che ci indica che stiamo sbagliando.

L’attacco di panico sembra un attacco del Dio Pan.

Allegoricamente, la paura di ritrovarsi sue prede porta le persone a vivere isolate piuttosto che rischiare di doverlo affrontare di nuovo, per cui è meglio evitare luoghi dove il Dio Pan si potrebbe incontrare. Egli rappresenta l’istinto in tutte le sue forme ; è la paura di questi istinti naturali,  che ci portiamo dentro e che vogliamo tenere sotto controllo, a far scatenare l’attacco di panico. Dentro di noi Pan simboleggia l’energia, la passione, la sessualità, è un Dio che ha a che fare con le parti profonde dell’uomo e della natura. Se all’inizio ciò che emerge dal DAP (disturbo da attacco di panico),  può suscitare timore, man mano che ci si accosta ai contenuti ad esso legati, il Dio Pan ci rivelerà la sua ricchezza che promuove il nostro cambiamento. Se Pan sapesse che non c’è un’alternativa alla strada razionalmente intrapresa, non soffriremmo di attacco di panico e comunque, in tutti i miti che riguardano la psicoterapia, «l’eroe» deve superare prove di coraggio, deve passare attraverso momenti difficili per crescere e maturare.

L’attacco di panico non è un disturbo che interessa soltanto le recenti generazioni, ma già l’illustre medico greco Ippocrate (460-370 a.c.) parlò di “isteria” descrivendo sintomi che oggi sono riconducibili agli attacchi di panico. Dopo di lui, Galeno (200-130 a.c.) individuò le cause della cosiddetta isteria nel disequilibrio dello stato degli umori. Nel corso della storia il disturbo da DAP è stato denominato in svariati modi: nel XVIII sec. Boissier de Sauvage, naturalista francese, fondatore della nosologia, utilizzò il concetto di “vertigine isterica” e William Cullen 50 anni più tardi nella sua classificazione delle malattie coniò il termine di “nevrosi funzionale”.

Nel XIX secolo gli attacchi di panico furono ampiamente descritti da medici non psichiatri e definiti in diversi modi. Morel nel 1866 ricorse all’accezione di “ nevrosi vegetativa”, Krishober nel 1872 a quella di “neuropatia cerebro cardiaca”. Nello stesso periodo il medico militare De Costa chiamò “cuore irritabile” una sindrome caratterizzata da attacchi di paura e sintomi cardiorespiratori che aveva osservato in alcuni soldati durante la guerra civile americana.

Nel 1895 Sigmund Freud introdusse il concetto di “nevrosi d’ansia” e fu lo stesso Freud per primo a notare la relazione fra attacco di panico ed agorafobia (paura dei luoghi aperti). Soltanto nella terza edizione del DSM (1929), ( Manuale Diagnostico e Statistico per i disturbi psichici), al disturbo di attacco di panico viene riconosciuta una autonomia nosografica e quindi uno specifico approccio terapeutico. Oggi, il DMS, prodotto dall’APA (American Psychiatric Association), è il manuale ufficiale che viene usato negli Stati Uniti, ma è largamente consultato dagli psichiatri di tutto il mondo. Consiste in una classificazione dei disturbi psichici che vengono definiti in base alla sintomatologia e raggruppati su basi statistiche. Il DSM è al centro di numerose critiche poiché non tutti lo ritengono uno strumento adeguato per valutare la situazione clinica di una persona. L’approccio descrittivo del DSM non permette di individuare riferimenti alle caratteristiche soggettive del paziente, agli effetti della sua esperienza e la sua storia personale. Anche la medicina funzionale ha fornito un valido contributo alla cura dei disturbi di natura psicologica e dell’attacco di panico avvalendosi di interessanti rimedi, cosiddetti dolci, che spesso vengono associati a psicofarmaci ed antidepressivi. L’uso terapeutico delle piante medicinali era citato anche nei geroglifici egiziani e in testi di cultura orientale risalenti a circa 5000 anni fa, passando per i greci e i romani, per arrivare ai giorni nostri con sempre maggiore importanza. Samuel Hahnemann (1755-1843), medico tedesco fondatore della medicina omeopatica, nel 1806 pubblicò il suo primo importante lavoro “La medicina dell’Esperienza”, che conteneva le idee fondamentali dell’omeopatia (dal greco omeios, simile e pathos, malattia).

Durante la traduzione del testo “Materia Medica” del medico scozzese William Cullen, egli trasse una deduzione decisiva per la formulazione della legge dei simili: “similia similibus curant”, le malattie si guariscono con i loro simili. Nel 1810 pubblicò la prima edizione del suo principale lavoro teorico”L’organon dell’arte di guarire”. L’integrazione della psicoterapia con l’omeopatia, introduce un ulteriore arricchimento di quell’approccio globale all’individuo, che tiene conto sia degli aspetti della personalità che della costituzione biologica e mentale dello stesso.

Il medico britannico Edward Bach (1886-1936) batteriologo ed omeopata, dedicò gli ultimi anni della sua vita alla ricerca di un metodo di guarigione “più semplice e naturale”, la floriterapia. Edward Bach tra il 1929 e il 1934 lavora sul mentale individuando i “sette aiutanti”, nel 1935 i fiori diventano 38. I rimedi di Bach sono uno strumento eccezionale che può facilitare ed accompagnare qualsiasi percorso terapeutico. Attraverso l’assunzione dei fiori, le persone percepiscono una maggiore armonia, potenziando le qualità dell’anima. Daniel Goleman (1946) scrittore e psicologo statunitense di fama internazionale pubblica nel 1995 la sua opera “L’intelligenza Emotiva”, dove afferma che la stessa può essere favorita dai fiori di Bach; essi costituiscono un valido sostegno alla psicoterapia in quanto concorrono al raggiungimento di una buona capacità di gestire le emozioni, sviluppare una buona padronanza di sé e ritrovare la calma interiore. La letteratura insegna che ogni modello teorico di approccio alle varie problematiche dell’essere umano, nel caso specifico quelle psicologiche, è in realtà in continua evoluzione e si adatta sempre di più alle esigenze delle persone e ai disagi della società. Oggi, nelle dinamiche in atto finalizzate al miglioramento e alla soluzione del disturbo di panico, va crescendo a livello internazionale l’interesse per la medicina umanistica, psicosomatica e della guarigione olistica, segno di una maggiore consapevolezza che “la salute è il nostro patrimonio, è la completa e armonica unione di anima, mente e corpo”. (E Bach)

Edward Bach si era proposto il compito di sviluppare un metodo che fosse in grado di rimuovere le cause psichiche dei disturbi fisici, per poter fare scomparire così la malattia stessa.

Giovanissimo, Bach aveva intuito che ogni uomo è un piccolo mondo e di conseguenza non può essere curato con metodi standardizzati. Purtroppo, gran parte della medicina di oggi funziona così, rivolge la sua attenzione esclusivamente al sintomo. Molte recenti scoperte scientifiche hanno invece dimostrato che la malattia è l’espressione di un disagio profondo che coinvolge tutta la persona, sia a livello fisico che psichico. Quella da curare allora è la persona, non la malattia.

E’ questo, infatti, lo scopo della floriterapia di Bach, essa mira a ristabilire un armonioso rapporto tra corpo e mente con una terapia non violenta, che usi il potere della dolcezza. Bach stesso ha affermato che la sua terapia non è in grado di offrire risposte a tutti i problemi, ma può essere di aiuto a risolvere molti disagi del corpo e soprattutto della psiche. L’Essere di ogni uomo è unico, e se egli riuscisse a crescere mantenendo sveglia la sua parte interiore vivrebbe la sua intera esistenza nella gioia. Fin dai primi anni di vita, l’Essere viene sottoposto a numerosi condizionamenti provenienti dal mondo esterno. Genitori, insegnanti, istituzioni, religioni e tutto quanto ci circonda, fanno si che si creino dei meccanismi che condizionano la nostra vita e ci rendono schiavi degli eventi o delle persone che ci circondano. Ogni volta che la nostra gioia vacilla, è perchè siamo soggetti a tali meccanismi: allora siamo assaliti dalle paure, dallo scoraggiamento ed entriamo nel circolo vizioso degli attacchi di panico. Peggio ancora, quasi sempre temiamo il giudizio che le altre persone possono avere di noi, siamo disposti allora ad indossare una maschera e a controllare le nostre azioni, pur di piacere all’altro, pur di non sentirci abbandonati. Ogni volta che ci facciamo prendere da questi meccanismi e ci lasciamo dominare da timori, ansie, tristezze, da dipendenze, diamo origine ad una spirale energetica discendente che sottrae al nostro spirito e al nostro corpo le forze necessarie per vivere bene. Succede allora che se non riusciamo ad accorgerci da soli del problema e porvi rimedio, il nostro corpo ci manda dei campanelli d’allarme: l’attaco di panico, quale segnale di disagio psicologico.

Nei primi anni del ‘900, il dottor Edward Bach fece una delle più importanti scoperte per la cura naturale delle malattie. Classificò 38 fiori le cui vibrazioni possono essere d’aiuto per trasformare altrettanti stati negativi in cui l’uomo può precipitare a causa dei condizionamenti psicologici. Ognuno di questi fiori svolge un’azione che contrasta l’emozione negativa dando la possibilità alla persona di acquisire consapevolezza, vedere chiaramente cosa si nasconde dietro quel determinato atteggiamento o reazione eccessiva agli ordinari eventi della vita. Attualmente i fiori di Bach figurano tra i metodi di cura che nel 1983, l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha riconosciuto e raccomandato. I fiori possono essere raggruppati in 7 categorie che rappresentano i principali stati d’animo dell’uomo: la paura, l’indecisione, l’inconsapevolezza, la solitudine, la dipendenza, lo scoraggiamento, l’attaccamento. Bach si rese conto che le emozioni negative possono presentare diverse sfumature: c’è la paura di qualcosa di preciso e quella vaga e inspiegabile.

C’è la sofferenza mascherata da un aspetto allegro e quella palese, tutto nasce, comunque, da uno squilibrio fisico che spesso esiste tra anima e mente. I fiori avrebbero quindi un duplice effetto: inondare di vibrazioni positive l’organismo e stimolare nell’individuo la qualità opposta a quella che si vuole eliminare. I rimedi che per le loro peculiarità, meglio si addattano al trattamento dei sintomi di panico, ansie, preoccupazioni reali o immaginarie, pensieri pessimistici ecc. sono:

ASPEN: è il fiore delle paure vaghe e indefinibili (cattive premonizioni, immotivata paura del futuro, del buio, dei fantasmi, degli spiriti, delle forze oscure). Alla base delle paure Aspen c’è un’elaborazione inconscia di impressioni reali che provengono da un’altra sfera, percepita da una forma di sensitività che la mente razionale non può spiegare. Emozione Negativa:PauraEmozione Superiore:Tranquillità.

CHERRY PLUM: nello stato di Cherry Plum si teme di perdere la testa, l’autocontrollo o addirittura la ragione. Si cerca di evitare che emergano dall’inconscio immagini che riuscirebbero insopportabili. La paura dei propri conflitti è trattenuta interiormente. All’esterno si cerca di mantenere un atteggiamento indifferente. (caso tipico di ex combattenti con lunghe prigionie). Emozione Negativa:Ossessione – Emozione Superiore:Spontaneità.

 CLEMATIS: i tipi Clematis vivono nel mondo della fantasia, in uno stato del tutto estraneo alla realtà. Hanno un aspetto trasognato e mostrano scarso interesse nei confronti di quanto accade intorno a loro. E’ frequente che durante un discorso non ascoltino cosa dica l’altro perché i loro pensieri divagano. Fuggono dal mondo reale perché appare loro troppo rude. Emozione Negativa: Addormentamento – Emozione Superiore:Creatività.

ELM: disturbi caratteristici dello stato Elm sono quelli derivanti dallo stress (nervosismo, difficoltà di concentrazione, insonnia). E’ sempre indicato quando le richieste esterne sono eccessive; si ha la sensazione di essere sovraccaricati e di non esssere all’altezza del proprio compito. Nello stadio Elm, chi ha affronatato sempre i propri compiti con impegno e responsabilità all’improvviso si sente incapace e fuori luogo. Emozione Negativa: Inaguedatezza Emozione Superiore: Sicurezza di Sé.

GORSE: è il fiore della disperazione davanti a quelle situazioni che sembrano senza via d’uscita. Dopo tanti tentativi vani le persone perdono il coraggio e rinunciano. Pensano che qualsiasi tentativo sia inutile, dubitano che qualcuno possa dare loro aiuto. Nello stato Gorse negativo si è perduta la speranza. Emozione Negativa: Disperazione. – Emozione Superiore:Positività.

LARCH: è il fiore della mancanza di fiducia in se stessi. Gli individui con questa caratteristica dubitano della propria capacità e si sentono inferiori agli altri perché li considerano più bravi di loro. Nei loro rapporti, per paura di fare brutta figura, sono insicuri ed inibiti. Poichè sono convinti della loro incapacità accettano con difficoltà il riconoscimento altrui. Emozione Negativa: ScoraggiamentoEmozione Superiore:Autoaffermazione.

MIMULUS:lo stato Mimulus ha un connotato molto introverso, coloro che ne sono colpiti sono molto chiusi e raramente parlano con gli altri delle loro pene. Le paure sono quelle descrivibili concretamente: paura dell’acqua, dei temporali, dei ladri, di volare. Quando la sofferenza interiore diventa troppo forte si manifesta con la ricerca di sostegno. Emozione Negativa: Ansia – Emozione Superiore:Sensibilità.

ROCK ROSE: questo stato subentra in seguito ad eventi psichici eccezionali che hanno provocato panico e orrore. Fattori scatenanti possono essere situazioni durante le quali si corre un pericolo mortale (incidenti, malattie, diagnosi mediche allarmanti). La situazione di panico è accompagnata da tremori, brividi di freddo, tachicardia. Nello stato cronico, le emozioni vissute durante i momenti di emergenza vengono inconsapevolmente proiettate su circostanze esterne che richiamano alla memoria esperienze traumatiche vissute in precedenza. Emozione Negativa:Terrore – Emozione Superiore: Coraggio.

WHITE CHESTNUT: in questo stato l’apparato mentale è sovraccaricato, i pensieri girano senza sosta. Interiormente si continuano ad elaborare gli stessi problemi senza arrivare ad una soluzione. A causa della logorante pressione dei pensieri non si riesce a prendere sonno.White Chestnut è legato alla qualità spirituale della tranquillità mentale. Emozione Negativa:Ossessione – Emozione Superiore:Lucidità.

WILD ROSE: è legato ai potenziali spirituali della motivazione interiore. Le persone che hanno bisogno di questo fiore spesso appaiono rassegnate. Pensano che la loro situazione sia senza via d’uscita. Non sono in grado di cogliere l’energia vitale cosmica e trasformarla interiormente. Può essere utile nella psicoterapia, dopo un intenso lavoro sulla propria personalità. Emozione Negativa. Indifferenza – Emozione Superiore. Interesse

I fiori possono essere assunti a digiuno, almeno mezz’ora prima o un’ora dopo i pasti, in poca acqua o direttamente sotto la lingua. La posologia è di 4 gocce 4 volte al giorno: al mattino, a mezzogiorno, pomeriggio e la sera. Un’altra importante forma di assunzione è il metodo del bicchiere d’acqua nel quale si stillano, da ognuna delle boccette prescelte, 2 gocce e poi lo si beve poco alla volta durante la giornata.

Sovente l’origine dei nostri problemi emotivi ed affettivi si trova in quella parte di psiche che viene definita « inconscio », per questo motivo,  spesso stiamo male e non sappiamo la causa, oppure ci sentiamo soli in mezzo agli altri, o abbiamo paura di qualcosa che razionalmente consideriamo assurdo temere. Il cambiamento e la soluzione di alcuni problemi dell’uomo, personali ed interpersonali, devono passare obbligatoriamente attraverso il cambiamento delle modalità, sia percettive che reattive che viviamo nei confronti della realtà. Questo tipo di cambiamento non può consistere soltanto in una ristrutturazione cognitiva del modo di percepire e reagire della persona, ma la ristrutturazione deve necessariamente coinvolgere anche la parte emozionale. Soltanto se questo cambiamento avverrà, la persona acquisirà, anche a livello cognitivo, il controllo e la gestione di quelle situazioni prima vissute come spaventose ed incontrollabili. Se vogliamo ritrovare noi stessi e ricostruire la nostra fiducia nell’esistenza, dobbiamo imparare a guardare in faccia paure e dolore. Abbracciare ciò che la vita ci offre come nutrimento per la crescita, osservando, sentendo e accettando. Forse dovremmo concederci il diritto di sbagliare, essere meno critici nei confronti di noi stessi e degli altri, riconoscere che siamo imperfetti, valutarci di più, prendere le distanze dai nostri pensieri negativi ed essere più realisti, dedicare più tempo a noi stessi e alle persone care, respirare, cercare di vedere il «bicchiere mezzo pieno» e sorridere alla vita. I rimedi di Bach possono servire a fare una specie di autoanalisi, a mano a mano che si modificano gli stati negativi, si va al fondo di noi stessi, si capisce quali sono le nostre reali difficoltà e il rimedio comincia ad agire su tutta la personalità, riequilibrandola.

 

Rita Frustaci

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