Cultura e Società

Una visione di Guarigione

Un angelo caduto in volo
Questo tu ora sei
In tutti i sogni miei

Così cantava Lucio Battisti negli anni della “colorata” e tanto discussa contestazione giovanile che tanti nostri muri ha fatto crollare nel tempo.

In verità il nostro dolore, le nostre pene si fanno risalire, secondo il Vecchio Testamento, presumibilmente a questo atto in cui un angelo disobbediente, Lucifero (Portatore di luce) viene fatto precipitare dal Paradiso perché, peccando di superbia osa contrapporsi al Signore, ovvero viene declassato ad umano, divenendo così un imperfetto mortale.

Dunque la nostra coscienza da sempre si è legata alla forma pensiero della dualità, della separazione del bene dal male, della continua divisione tra due facce della stessa medaglia. La dicotomia viene declinata in ogni aspetto della nostra vita ed è sempre stata presente nel nostro pensiero: una forma viene contrapposta ad un altra di segno (apparentemente) opposto.

Di conseguenza salute contro malattia . E’ scontato che nessun essere vivente desidera star male, avere un disagio o soffrire per qualche motivo, questo è ovvio e vale anche per gli animali e le piante, ma il tema è un altro: superare la polarità per arrivare ad una visione nuova della vita.

E qui arriviamo al disagio che sta vivendo l’essere umano in seno alle “società dei desideri”, che diventano sempre più aggressive e violente perché sempre più si allontanano dai bisogni naturali dell’essere, non rispettando la natura e dimenticando gli antichi e storici principi dell’ Humanitas. Il crollo dei valori degli ultimi decenni, fenomeno tangibile, ha provocato un decadimento psicologico e morale riversatosi nel sociale con evidenti effetti di povertà etica.

“Questi desideri smodati e non necessari conducono l’uomo e la società a un deterioramento, a condizioni più grossolane e infine, alla rovina.” [1]

Nonostante ci piaccia vederci come esseri evoluti, siamo in realtà dei bambini pieni di paure in un mondo in cui non ci identifichiamo e che pensiamo non ci capisca.

L’uomo di oggi sta vivendo un sogno di onnipotenza allucinante, dominato dal profitto e dallo sfruttamento sia delle risorse della Terra sia degli altri esseri senzienti, esorcizza la caducità e la paura attraverso l’uso del potere, nella sua peggiore interpretazione, scaricando questa tensione con aggressività verso tutto ciò che fa, collassando così inesorabilmente verso l’autodistruzione, se non quella fisica, molto più lenta ad avvenire, bensì quella mentale.

Riconoscere e rispettare la fragilità dell’uomo significa accettarne i suoi limiti intrinseci e non rifiutarli, per poter accettare e affrontare così le difficoltà della vita e in ultimo la più grande delle paure: la morte.

Il senso dell’Io esasperato ha portato ad una società individualista, facendo dimenticare che siamo tutte cellule di un più vasto sistema (entanglement), provocando questa scissione tra noi e gli altri, riproponendo il concetto di polarità tra dentro e fuori; dobbiamo imparare a superare le divisioni e le tensioni che tormentano il mondo, impegnandoci in prima persona affinché cambi il punto di vista. Serve una visione di integrazione e di interazione degli aspetti di un fenomeno che sembrano opposti ma che in realtà non lo sono. Si deve modificare il paradigma mentale riguardo alla vita e al suo significato più profondo.

“Non dite : Ho trovato la verità, ma piuttosto: Ho trovato una verità” fa dire ad Almustafa Gibran ne Il Profeta.

E’ questo il passo da affrontare per una visione che abbracci e non divida.

Tornando al tema della guarigione, la malattia vista come bisogno espressivo dell’anima incarnata, che anela all’unità, vissuta come cura dell’interiorità e non come peccato da espiare. Quindi nell’imperfezione della caducità c’è anche la malattia come purificazione. La malattia non va combattuta ma trasmutata e in quest’ottica la malattia (non i sintomi) rivela il nostro punto debole e ci da la possibilità di fare pace con quell’aspetto non risolto e salire di livello coscienziale permette di guarire nel profondo. “Questo ingresso in un nuovo piano è il momento in cui l’iniziale concentrazione di coscienza si trasforma in una dilatazione di coscienza”. [2]

La malattia rende sani in qualche modo, solamente se riusciamo ad integrarla, a comprenderla, e se riusciamo ancor prima ad accettarla, in questa maniera avviene la trasmutazione. Dunque, espandere la coscienza e integrare ciò che manca è l’assioma verso la guarigione.

In modo parallelo si deve intervenire anche su altri piani che possono, in modo sinergico, lavorare verso la conoscenza di sé, e riconoscendo il potere della mente sul corpo, applicare metodiche di pensiero positivo. “La maggior parte delle persone si preoccupa solo di curare la disarmonia più tangibile e ovvia: quella fisica. Tali persone non si rendono conto che le cause reali di tutte le miserie umane stanno nei loro disturbi mentali- cioè nelle preoccupazioni, nell’egotismo e così via – e nella loro cecità spirituale di fronte al significato divino della vita”. [3]

Inoltre si devono usare tutte le pratiche che possono aiutare a ripristinare l’equilibrio energetico perduto, l’armonia che si è compromessa, affidandosi alla natura ed al suo potere guaritrice mediante l’uso appropriato di erbe officinali, di integratori e di tutte quelle pratiche non invasive quali massaggi, riflessologia, fiori di Bach ed anche con mirate immersioni nella natura che permettano di veicolare la coscienza verso altri piani.

E’ chiaro a questo punto che il tema di cui si parla non riguarda tanto il corpo fisico, soggetto inevitabilmente al passare del tempo, quanto ad un aspetto “metafisico della malattia” [4], con una guarigione che deve avvenire nel profondo.

“Noi siamo dei pellegrini, la nostra unità un lungo cammino, un viaggio dalla terra al cielo”.

Questo è ciò che scriveva Vincent Van Gogh in una lettera al fratello Theo.

Dobbiamo essere consapevoli che siamo viaggiatori in cammino e che il corpo è solamente un fine mezzo espressivo che permette di espandere le nostre coscienze. Si lavora con e nel corpo per arrivare all’anima. Si deve andare oltre il corpo, non fermarsi all’aspetto grossolano dell’energia ma salire lungo gli ardui e scoscesi piani sottili dell’essere, per maturare una coscienza che dia ragione e rispetto alla stessa nostra vita e di quella di tutte le altre forme viventi.

Bruno Franconi


[1] – Platone- la Repubblica
[2] -Thorwald Dethlefesen- Il destino come scelta, psicologia esoterica- Mediterranee
[3] – Paramahansa Yogananda – Affermazioni scientifiche di guarigione – Astrolabio
[4] – Thorwald Dethlefesen – Malattia e destino, il valore e il messaggio della malattia – Mediterranee

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Bruno Franconi

Dall’approccio tipicamente occidentale come istruttore di ginnastica della FGI sono arrivato al movimento consapevole come espressione di una interiorità manifesta nel corpo, successivamente dalle ginnastiche dolci al training autogeno, passando attraverso esperienze del Taj ji Quan e del Qi Gong e di diverse scuole esoteriche ( Gurdjieff e Gnosi ) sono arrivato nel 1995 a diplomarmi alla scuola Keiraku Shiatsu stile Masunaga. La scuola mi ha dato la direzione e l’impronta di un' indagine dell ' interiorità. Il sistema olistico, con le sue tecniche energetiche e l’interazione con l’altro hanno permesso questa esperienza legandola sempre alla ricerca di un equilibrio tra il personale e il sociale. Contemporaneamente le diverse scuole di yoga e il pensiero orientale hanno portato a ricercare quella maturità di una libera espressione individuale nel praticare e nell’insegnare lo Yoga visto come mezzo evolutivo dell’uomo nella società. La scuola Brahmananda Yoga di Roma, la scuola Yoga ODAKA di Roma e l’ ISYCO di Bologna hanno contributo ad una maggiore conoscenza e “apertura” delle tecniche adeguate all’evoluzione dei tempi, unite congiuntamente ad uno sviluppo della consapevolezza. Gli aspetti psicologici del buddismo e la pratica della meditazione Vipassana hanno dato un’impronta chiara al percorso.