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Il processo sistemico come integrazione tra corpo e psiche

Le basi per un nuovo paradigma della scienza

Senza dubbio gli sviluppi recenti della teoria dei sistemi hanno contribuito a gettare nuova luce su uno dei maggiori problemi che la scienza moderna si trova ad affrontare: la relazione tra mente e corpo. Ricordiamo che i fondamenti  dell’approccio sistemico applicato al “vivente”poggiano essenzialmente su due concetti. Il primo è lo studio delle interrelazioni tra le varie parti di un organismo il cui funzionamento può essere compreso soltanto considerandolo come unico insieme  di tutti i suoi componenti.

Il secondo è riferibile alla circolarità degli eventi che implica che la stabilità del sistema in esame  sia assicurata dalle reazioni di autoregolazione tra i componenti e verso le eventuali sollecitazioni provenienti dall’ambiente esterno (N.d.A.: la circolarità degli eventi supera radicalmente il principio di linearità che attribuisce una causa  ad un effetto misurabile e descrivibile in generale attraverso funzioni matematiche di tipo lineare)

Un sistema è dunque in grado di riorganizzarsi a fronte di eventi esterni.

L’omeostasi di un organismo  che, in virtù della circolarità dei fenomeni , viene con più precisione indicata come omeodinamica, è il risultato – in condizioni di salubrità – dell’equilibrio dinamico tra i vari componenti del sistema e tra questi e l’ambiente.

Come esempio dell’approccio sistemico, ben chiaro a chi si occupa di naturopatia, citiamo l’influenza che può esercitare uno  stress emotivo che,  deprimendo il sistema immunitario, può essere con-causa dell’attecchire di un’infezione  che trova in queste condizioni il terreno adatto per svilupparsi. L’intero sistema in questo caso è interessato alla reazione immunitaria mentre soltanto alcuni suoi componenti sono sollecitati dall’esterno.

Molte delle innumerevoli relazioni tra corpo e psiche, distinzione retaggio della concezione cartesiana di una struttura materiale separata dalla mente, analizzabili con efficacia mediante l’approccio sistemico, sono descritte  dalla “PNEI”, la Psico-Neuro-Endocrino-Immunologia. L’aspetto psichico è  strettamente interconnesso alle funzioni più propriamente organiche anche se questa condizione non è stata ancora completamente elaborata dalla medicina ufficiale.

Un ostacolo formidabile verso una completa integrazione degli aspetti fisici e mentali  in un efficace modello descrittivo di un organismo è costituito, a mio avviso, dal perdurare di un aspetto del paradigma scientifico attuale che pretende di garantire la completa riproducibilità e la misurabilità degli eventi naturali, anche di natura organica, sotto le medesime condizioni ambientali.

La riproducibilità, se da un parte permette un’efficace analisi ed in molti casi anche una precisa formulazione matematica dei processi esaminati, esclude inevitabilmente la parte soggettiva che comprende tutto ciò che implica il “sentire” della persona, le sue sensazioni , le sue emozioni: in sintesi il suo mondo interiore. Ma sappiamo che tutto ciò che concerne la sfera psichica, come dimostrato dalla PNEI, è importante se non fondamentale nel condizionare le funzioni organiche, comprese le reazioni chimiche di cui esse sono composte. Non a caso quando incontriamo una persona le domande che le rivolgiamo sono: “Come ti senti?”, intendendo così far riferimento anche e soprattutto a ciò che concerne il suo vissuto interiore  e non soltanto se ha contratto il corona-virus…

Un primo importante passo per integrare il soggetto nella osservazione dei  fenomeni fisici è stato fatto circa un secolo fa quando  per spiegare i paradossi della meccanica quantistica si è sancita l’impossibilità di separare completamente la coscienza dell’osservatore da ciò che si osserva.

Ricordiamo a questo proposito le parole di W. Pauli, uno dei fondatori della fisica quantistica,  sulla realtà degli oggetti osservati  :  “…la concezione di oggetto materiale, o in generale fisico, come un oggetto la cui costituzione e natura è indipendente dal modo con cui esso viene osservato. Abbiamo visto che la fisica moderna, costretta dai fatti, ha dovuto rinunziare a questa astrazione, che risulta troppo ristretta.”

Un recupero completo della soggettività nella scienza, prescindendo da una descrizione quantitativa e da una sua misura, è dunque una strada che inevitabilmente la ricerca scientifica deve percorrere se vuole scoprire gli aspetti ancora confusi e misteriosi che determinano il  funzionamento armonico dei processi vitali.

Gioverebbe, in questo senso, una maggiore attenzione e uno studio sistematico, non riferito ai soli aspetti clinici, delle relazioni e delle dinamiche interpersonali quali fonti possibili di equilibrio e riequilibrio della nostra unità  corpo-mente, superando così il mero ruolo, a cui si attengono ancora oggi  le scienze psicologiche e la medicina ufficiale, di terapia psicologica  e psichiatrica per i disagi e le patologie che interessano la sfera mentale.

Esprimendo in estrema sintesi un concetto che la scienza, e in particolare la medicina, dovrebbero esplicitare ed integrare, possiamo affermare che la realtà fenomenica degli organismi viventi   è  comprensibile, in molti dei suoi aspetti , tramite  processi sistemici che mostrano diversi livelli di ordine, a ciascuno dei quali compete un diverso grado di complessità.

Ognuno di questi gradi è descrivibile secondo regole, metodi e teorie appropriate: compito principale per l’attuale ricerca  scientifica è quello di integrare il composito mondo dei sentimenti, delle emozioni,in una sola parola la sfera soggettiva della persona in un nuovo più avanzato paradigma.

Prof. Luciano D’Abramo

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Luciano D'Abramo

Laureato in Fisica con lode all’ Università “La Sapienza” di Roma nel 1974, ha svolto per molti anni la sua attività professionale nell’ambito della progettazione e realizzazione di grandi Sistemi Informativi, principalmente per Enti pubblici quali la Ragioneria Generale dello Stato ed il Ministero dei Beni Culturali. Particolarmente interessato, sin dall’età giovanile, alla ricerca di una possibile sintesi tra le varie discipline scientifiche, oggi ancora troppo frammentate, ha pubblicato nel 1998 il libro “Fisica e Psiche”, trovando possibili collegamenti ed analogie tra le relazioni interpersonali e le leggi della fisica. Dal 2002 svolge interamente la sua attività professionale alla progettazione ed alla erogazione di corsi presso scuole ed istituti superiori ed universitari su materie scientifiche. Fa parte, sin dalla sua costituzione del corpo docenti e del Comitato Scientifico della Scuola di Naturopatia Borri ora Campus FRAMENS, per la quale svolge seminari e corsi di Biofisica, con particolare riferimento ad argomenti di ricerca di frontiera sulle leggi e le teorie della Fisica applicate ai sistemi viventi, riconducibili alle tecniche ed alle metodiche della medicina naturale.