A cura del Coordinamento DidatticoDal Campus

Il Naturopata e la Naturopatia: collocazione nelle arti sanitarie, aree di intervento, deontologia professionale

Oggi le moderne tecniche di comunicazione, l’uso sempre più esteso di internet, il livello culturale mediamente più alto, ed altri fattori legati alla attuale condizione sociale, hanno portato la comunità a richiedere la soddisfazione di esigenze diverse da quelle del recente passato.
Ed in queste continue evoluzioni e dinamizzazioni assistiamo ad alcuni effetti paradosso quali, ad esempio, nell’ambito della cura della propria salute, l’esigenza di molti al ritorno “al passato”, a quelle cure cioè che riportano alla natura ed al naturale.
L’uso e l’abuso del farmaco sono diventati ormai una pratica consolidata ove il “fai-da-te” è all’ordine del giorno e gran parte delle piccole patologie vengono così curate.
Inoltre il rapporto con il medico è diventato veloce e spersonalizzato, il pensiero predominante è quello di spendere il minor tempo possibile nei confronti del paziente il quale a sua volta si ritrova con una prescrizione in mano senza aver potuto esternare i veri sintomi, le cause, le emozioni che hanno portato a quel determinato tipo di disturbo.
La regola del mercato stabilisce che: una domanda genera una offerta.
Ed è proprio per tale motivo che negli ultimi anni sono nate e fiorite numerose scuole di naturopatia di livelli qualitativi diversi che dovrebbero, comunque, rispondere a delle regole (ad es. numero di ore didattiche, programma dei corsi ecc.) ben precise e codificate.

Ma che cosa è la Naturopatia?
La Naturopatia è un concetto globale della fisiologia umana secondo la quale i vari stati di disequilibrio ed i sintomi ad essi correlati sono interpretati come momento di disarmonia nel rapporto tra energia (ciò che ci permette di essere vivi) e materia (corpo fisico).
Da questo concetto olistico (olos in greco significa globale) deriva un preciso protocollo terapeutico che ha come finalità l’acquisizione da parte dell’individuo (paziente) della consapevolezza della propria identità fisica ed energia nonché della sua espressione, anche e principalmente tramite il ricorso a rimedi naturali mirati, per il riconoscimento del paziente come unità bio-fisica.
La medicina olistica, che attinge dalla Natura e dalle risorse presenti nell’uomo stesso (autoguarigione), si interessa dell’uomo nel suo insieme.
Ricordo ancora una volta che olos in greco significa globale, complessivo, completo.
Il pensiero olistico, che ha origini antiche, vede infatti l’uomo come un tutt’uno con la natura e considera anima e corpo, bellezze e benessere come realtà inseparabili, come parti indivisibili di un unico insieme.
Le cure olistiche nascono dal rispetto della natura, e dalla natura ricavano energia, dolcezza ed efficacia, per donare all’uomo un benessere totale.

“Datemi la possibilità di produrre febbre, ed io guarirò tutte le malattie” (Parmenide)

Vediamo quindi come è difficile dare una giusta interpretazione a tale concetto e quante implicazioni di conoscenza e di professionalità sono ad esso legate.
L’organismo è un sistema di flusso che si trova di norma in equilibrio ed è caratterizzato dall’attività delle membrane; le sostanze affluiscono, vengono metabolizzate e quindi espulse.
Il naturopata in questo contesto deve quindi possedere le giuste conoscenze della fisiologia, dell’anatomia e della funzionalità del corpo umano, deve possedere la conoscenza approfondita anche se non specifica di molte discipline (medicina tradizionale cinese, erboristeria e fitoterapia, aromaterapia, intolleranze alimentari, riflessologia, posturologia, cromoterapia, fiori di bach e tante altre discipline non meno importanti) tutte adatte a fornire al naturopata tutte quelle armi che gli permettano di costruire il protocollo di  intervento più adatto per quel tipo di esigenza.

“Se a noi fa male la testa, cerchiamo di far passare il dolore, se abbiamo il fegato affaticato andiamo dal dottore e ci facciamo dare qualcosa per guarire il più presto possibile. Pensiamo in termini di frazioni, di pezzi del nostro corpo. Non pensiamo a noi stessi come ad una unità e rivolgendoci al medico vogliamo che lui ci faccia passare tutto senza la nostra attiva partecipazione”

Concetto di stile professionale e deontologia applicata al comportamento
In base ad una sentenza inappellabile della Corte Costituzionale (n° 149 del 02-02-1988) ogni professione non regolamentata e non contraria a nessuna legge è permessa.
Quindi il naturpoata seriamente formato e preparato, può esercitare in Italia, non essendo la Naturopatia una professione medica.
In Italia la proposta di legge presentata alla camera dei Deputati il 14/04/1999 n° 5903 definisce nell’art. 2 che: il Naturopata esercita una attività paramedica nel campo dell’informazione sulla salute, della prevenzione igenico sanitaria, nonché nel sostegno dello stato di benessere della persona. Il Naturopata prima di impostare una “terapia” deve avvalersi di una diagnosi medica scritta.
Appare evidente la differenza con la medicina Allopatica (la nostra medicina tradizionale) e l’attività contestuale del medico.
Il medico è l’unica persona autorizzata per legge e per il tipo di studi sostenuti a:
– fare una visita medica
– formulare e scrivere una diagnosi
– prescrivere farmaci con relativa somministrazione e dosaggi
– consultare e decifrare analisi cliniche, lastre od altro materiale diagnostico.
I farmaci, come consuetudine, sono eminentemente volti all’eliminazione degli agenti considerati patogeni o alle eliminazioni delle manifestazioni morbose e spesso soltanto i sintomi, ed il credito avuto da antibiotici, vaccini ecc.., evidenziano l’interesse riservato a questo modo di operare.
Il medico spesso ha un ruolo meccanico ed una volta riconosciuto il motivo dell’aggressione, prescrive il rimedio appropriato non potendo far nulla contro gli effetti iatrogeni (collaterali) che si potrebbero verificare, spesso senza tenere conto delle possibilità di reagire alla malattia che l’individuo ha in se.
Questo modo di operare fa dell’uomo un insieme di distretti organici quasi indipendenti l’uno dall’altro escludendo completamente la possibilità che l’uomo sia qualcosa di diverso, un’insieme organico unico e quel che più conta una unica entità psicofisica.
L’intervento del medico quindi a volte si limita alle cause più esteriori, quindi marginali della malattia.

“L’intervento del medico quando la malattia è iniziata è come iniziare a scavare un pozzo quando si ha sete, o forgiare le armi a battaglia iniziata” (N.J.- Dinastia Han)

Ma allora il Naturopata? Come può svolgere al meglio la sua operatività nell’ambito della cura e della salute della persona?
Abbiamo visto prima che il disegno di legge stabilisce con chiarezza l’attività del Naturopata: “prevenzione igenico sanitaria – stato di benessere della persona”.
È questo il nodo centrale della questione.
Il Naturopata non è un medico, non può fare diagnosi né prescrivere farmaci, non può leggere analisi, ma può, per il benessere dell’individuo, fare molto.
Può avvalersi della collaborazione con il medico e può utilizzare tutti quei protocolli di intervento che sono a sua disposizione per effettuare le misure di prevenzione atte a mantenere l’individuo in buona salute.
Una accurata ricerca della migliore strada per attuare una giusta prevenzione è difficile tanto quanto una corretta cura di uno stato patologico.

“La malattia non è una crudeltà in sé, né una punizione, ma un correttivo, uno strumento di cui la nostra anima si serve per indicarci i nostri errori, per trattenerci da sbagli più gravi, per impedirci di suscitare maggiori ombre e per ricondurci sulla via della verità e della luce, dalla quale non avremmo mai dovuto scostarci” (Edward Bach)

Esempi di intervento naturopatico
Erboristeria:
L’Erboristeria è un campo di azione nel quale il Naturopata può operare.
L’erboristeria, ricordo, è una pratica che utilizza le piante benefiche per mantenere lo stato di buona salute.
Prima regola è che il Naturopata erborista non può utilizzare le tecniche erboristiche per trattare casi di patologie cronicizzate o consolidate e mai nei casi di emergenze.
In questi casi è giusto e doveroso accettare ed affidarsi ai metodi di cura allopatici, quali antibiotici, antivirali, e sostanze di sintesi con tutti gli effetti collaterali che abbiamo visto essere a loro legati.
Il Naturopata può organizzare il suo lavoro ed il suo protocollo di intervento per tutti quei casi non cronicizzati operando con innumerevoli metodiche tutte volte nel campo della prevenzione, lavorando su tutti quei disequilibri  non gravi, traendo  dalle erbe le capacità di stimolare le difese immunitarie, traendo inoltre dalle erbe le capacità di rivitalizzare organi e distretti infondendo nuova energia in modo che possano autonomamente riprendere al pieno le loro specifiche funzioni.
Ricordo che con il termine “disequilibrio” indichiamo uno stato che in naturopatia si identifica in tutte quelle manifestazioni non gravi che però abbassano il livello della qualità della vita, quei semplici fastidi quotidiani che possono manifestarsi sotto varie ed innumerevoli forme, che se ben curate (prevenzione) possono rappresentare un meraviglioso “modus operandi” facendo sì che l’uomo non si ammali. 

Riflessologia:
Consideriamo la riflessologia (plantare ed della mano) come una branca terapeutica praticata secondo particolari modalità con la pressione dei pollici che favorisce il ristabilimento della circolazione e di conseguenza la riarmonizzazione dell’organo o della parte del corpo corrispondente.
Il Naturopata riflessologo, anche in questo caso, durante il suo trattamento pur rilevando delle disfunzioni, non può fare una diagnosi, ma può e deve nella corretta deontologia professionale informare il medico curante delle anomalie riscontrate durante il trattamento, oppure informare il paziente dei punti dolenti al fine che sia egli stesso ad informare il proprio medico.
Appare evidente che il Naturopata pur attuando un trattamento non si sostituisce ad esso.

Determinazioni delle intolleranze alimentari:
Anche qui il Naturopata tramite apparecchiature opportune può effettuare delle determinazioni di intolleranze alimentari senza per questo sconfinare nel campo medico (prelievi e/o scarificazioni della pelle od altro) fornendo così al paziente informazioni tali da poter risolvere fastidi o problemi di varia natura.
Non può il Naturopata leggere delle analisi, approntare una dieta, fare diagnosi, ma può informare o far informare il medico o il nutrizionista dietologo in maniera che il paziente possa ricevere delle giuste indicazioni sul modo migliore per risolvere il problema.
Risulta chiaro che in qualsiasi distretto il Naturopata si cimenti, deve avere chiaro sia il bagaglio di conoscenze delle metodologie che sta applicando, sia l’obiettivo finale (ripristino dell’equilibrio) calibrato su misura alla persona in questione, in quanto ogni essere umano è una entità ben definita e differente da ogni altra.
Per fare ciò è necessario usare bene il tempo a disposizione per capire e sintonizzarsi sulla lunghezza d’onda di chi sta di fronte, lasciando che le sue parole ci siano di aiuto per identificare il disagio ed il disequilibrio energetico in atto in quel momento.
La medicina tradizionale cinese (MTC) ci aiuta a capire meglio tale concetto, affermando che il corpo umano è sede di una fitta rete di percorsi, detti canali (o meridiani) che sono vie preferenziali della circolazione di una sostanza chiamata QI in cinese, e tradotta a volte con il termine Energia, a volte con Flusso, a volte con campo unificato di materia, informazione e spirito.
Lo stato di salute dipende quindi dal libero ed armonioso scorrere di questa “sostanza”.
In questa espressione appare più nitido il concetto olistico dell’uomo dove un apparato o un organo non sono a se stanti, ma facenti parte di un’insieme intimamente legato: il tutto dell’essere umano. 

“Che l’alimento sia la tua medicina e la medicina sia il tuo alimento, ma gli alimenti possono diventare anche veleno” (Ippocrate)

Dott. Stefano Carlucci
Farmacista, Funzionario Azienda Farmaceutica
Naturopata, specializzato in Iridologia, Floriterapia di Bach, Riflessologia, Aromaterapia e Alimentazione naturale e intolleranze
www.altrobenessere.it

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Stefano Carlucci

Farmacista, Funzionario Azienda Farmaceutica, Naturopata, specializzato in Iridologia, Floriterapia di Bach, Riflessologia, Aromaterapia e Alimentazione Naturale e Intolleranze Alimentari.