Erboristeria

Uva ursina per il benessere delle vie urinarie

Uva ursina
Classificazione scientifica
Regno:Plantae
Divisione:Magnoliophyta
Classe:Magnoliopsida
Ordine:Ericales
Famiglia:Ericaceae
Genere:Arctostaphylos
Specie:A. uva-ursi
Nomenclatura binomiale
Arctostaphylos uva-ursi
da: www.wikipedia.it

Le vie urinarie possono essere paragonate ad un sistema idraulico in cui i reni sono la pompa, gli ureteri le due condutture e la vescica, il recipiente di deposito.
I disagi delle vie urinarie sono situazioni piuttosto frequenti e tendono a verificarsi generalmente in presenza di situazioni infiammatorie, causate per lo più da attacchi batterici (batteri Gram negativi, in particolare l’Escherichia coli e Gram positivi, solitamente provenienti dall’uretra, dalla vagina e dalla prostata) che ne colonizzano le strutture.
I disagi più frequenti possono essere:
• Aumentata frequenza della minzione
• Fastidi durante l’eliminazione delle urine
• Bisogno continuo ed urgente di urinare
• Urine torbide
Questi disturbi colpiscono in massima parte il sesso femminile, si calcola che il 25% delle donne in età compresa tra i 20 e i 40 anni abbia avuto almeno un episodio infiammatorio delle vie urinarie e sono spesso associate o conseguenti a infezioni del tratto genitale.
Un modo naturale per tenere sgombre e pulite queste condutture è quello di bere molta acqua o meglio ancora, tisane depurative.
In questi casi, infatti, la fitoterapia può offrire un valido aiuto nel coadiuvare i normali processi fisiologici delle vie urinarie.
Le piante medicinali che ci possono aiutare appartengono tutte alla famiglia delle Ericaceae, prima fra tutte l’Uva Ursina (Arctostaphylos uva-ursi), ma anche il Mirtillo nero, l’Erica e il Corbezzolo.
L’Uva ursina è stata per anni largamente ignorata dagli erboristi occidentali fino al XIII secolo, quando Marco Polo riferì del suo uso presso i medici cinesi come rimedio utile per i problemi renali.
Da allora divenne molto popolare in Europa dove trovò applicazione nei casi legati agli apparati urinario e renale.
È anche una pianta tipica delle nostre Alpi e possiede molte virtù terapeutiche.

Principi attivi: Glucosidi, arbutina (6-10%) e metilarbutina che eliminate per via renale, mediante glicolisi generano idrochinone e metil-idrochinone; tannini gallici (15-20%), flavonoidi, glucosidi iridoidi, quercetina, allantoina, derivati triterpenici, acido ursolico, acido malico, resine, mucillagini…

Parti utilizzate: foglie (raccolta in luglio e agosto)
La pianta è un piccolo arbusto dell’altezza di circa 30 cm, nativo delle zone montuose del Nord Europa e del Nord America, ha foglie sempreverdi che cambiano ogni tre anni e piccole bacche rosse dal sapore non molto gradevole, di cui invece, si cibano gli orsi in casi di emergenza.
Cervi, scoiattoli e vari uccelli scavano nel terreno per cibarsi dei frutti secchi di uva ursina, durante l’inverno.

Proprietà
Importante antisettico delle vie urinarie, utile ogni qualvolta vi sia una infiammazione o infezione delle vie urinarie (cistiti, cistopieliti, prostatiti, litiasi renale ecc.) in quanto è in grado di determinare un’azione antisettica e soprattutto di calmare lo stimolo continuo della minzione e il dolore ad esso legato.
In ambito geriatrico ha indicazione interessante nei casi di ipertrofia prostatica con componente infiammatoria ed infettiva e nelle cistiti da catetere.
Per azione di una betaglucosidasi, dopo l’assunzione orale l’arbutina (principio attivo) viene idrolizzata, liberando idrochinone, il quale diventa idrosolubile e viene secreto per via renale, dove torna libero e attivo in presenta di ambiente alcalino.
L’idrochinone è attivo contro i germi che sono comunemente responsabili di infezioni acute e croniche delle vie urinarie.

Vediamo come usarla
Normalmente viene prescritta in macerazione fredda, infuso, decotto, tintura madre o estratto secco, può essere utilmente associata ad altre piante che ne sinergizzano gli effetti.
Eecco una miscela di erbe per decotto:
Uva ursina 40 g
Solidago virga 30 g
Orthosiphon 30 g
Far bollire per 15’, berne due o 3 tazze al giorno, per non più di 4-7 giorni
L’uva ursina ha un sapore piuttosto sgradevole, per questo alcuni autori preferiscono la macerazione a freddo per una notte che può minimizzarne la sgradevolezza e dare luogo ad una preparazione meno ricca di tannini (irritanti per la mucosa dello stomaco in soggetti sensibili).
Estratto secco titolato al 20% in arbutina: 2 gr al giorno per 8 giorni
Tintura madre: 40 gocce 3 volte al giorno
In ogni caso, per qualsiasi forma di somministrazione che si scelga, è indispensabile che le urine siano alcaline, come può accadere spontaneamente in alcune infezioni (es. cistiti provocate da eccesso di carboidrati), altrimenti è necessaria la somministrazione contemporanea di idonei alcalinizzanti urinari (es. bicarbonato).

Avvertenze
L’elevata percentuale di tannini può causare irritazione gastrica con nausea e vomito, l’aggiunta di foglie di menta può contrastare questo effetto; l’idrochinone è irritante ed a dosi elevate è epatotossico.
Controindicata in casi di insufficienza epatica. In ogni caso, assunto nelle preparazioni e nelle quantità indicate è una pianta sicura.
La colorazione dell’urina di verde scuro è normale e non deve destare preoccupazione.

Interazioni
Potenzia l’effetto antinfiammatorio di desametasone, prednisone, somministrati per via parenterale.
Il suo effetto disinfettante è ridotto dagli acidificanti urinari.
Nella scelta e nell’uso si deve tenere conto del rapporto arbutina/tannino: l’Uva ursina è preferibile al Corbezzolo.
La foglia di Mirtillo rosso contiene meno arbutina (da 5 al 7%) rispetto all’Uva ursina per cui occorrerà utilizzarne il 30% in più.

Anita Marchica
Naturopata, Esperta in riflessologia ed erboristeria
anita.marchica@gmail.com

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