La terapia cromo-sonora: medicina dolce attraverso l’orecchio
La coppia Korten/Helm si occupa da più di vent’anni di precise frequenze sonore e del loro influsso sull’attività celebrale, sulle funzioni organiche e sulla chimica del corpo umano.
I loro vastissimi studi hanno dimostrato che le frequenze sonore, secondo una precisa sequenza, vengono percepite dal cervello come informazioni.
Ma questo non è tutto: il nostro cervello decodifica queste informazioni e le trasmette ai sistemi di comando. In altre parole: fornito delle giuste informazioni, il cervello può scoprire ed eliminare le funzioni sbagliate!
È possibile risolvere i problemi in un modo semplice, e tutto ciò senza doversi continuamente sforzare di comprenderli e superarli con il nostro intelletto.
Ciò chiaramente non significa che i suoni debbano essere torti e prolungati nel tempo per avere l’effetto desiderato.
Al contrario: sono generalmente le sollecitazioni più sottili ad avere il maggior effetto.
Tutte le terapie cromo-sonore esercitano uno stimolo attraverso la regione talamica.
Poiché il talamo influisce, oltre che sulle vie ottiche ed acustiche, anche sulla coscienza e sulle sensazioni, gli impulsi della terapia cromo-sonora raggiungono contemporaneamente gli altri organi di comando.
I suoni cromatici sono tali per cui gli stessi campi riflessi che vengono raggiunti dal colore attraverso i punti e le zone della pelle possono essere raggiunti in modo similare attraverso l’orecchio.
Così, ad esempio, nella terapia cromo-sonora “Disturbi del Sonno” vengono usate le frequenze tranquillizzanti della luce blu, mentre nella sequenza di suoni della “Concentrazione” il colore arancione, trasportato dal suono ad esso corrispondente, favorisce il risveglio e l’attenzione mentale.
Questa terapia cromo-sonora si basa sulla coordinazione sequenziale e sull’utilizzo delle nuove conoscenze che provengono dalla ricerca sul cervello, dalla biochimica e dalla biofisica, combinate con i risultati dei lavori di ricerca musicale e con le esperienze ed i successi terapeutici di Peter Mandel.
Secondo le sue conoscenze, con le terapie energetiche è possibile indurre nella “struttura uomo” delle informazioni riequilibranti.
Questo lo si può fare con l’agopuntura, la Cromopuntura ed altre terapie energetiche, quindi anche attraverso i suoni e la musica.
Dal momento che ogni vibrazione armonica naturale produce nel corpo umano un comportamento ad essa risonante, questo dovrebbe valere anche per la vibrazione armonica acustica.
Sulla base del principio “come dentro così fuori”, è possibile offrire al cervello le frequenze che lui conosce, portandolo così, secondo il principio di risonanza, nella vibrazione corrispondente e producendo quindi, attraverso la trasformazione delle vibrazioni esteriori, un effetto interno, cioè una trasformazione dello stato di coscienza.
Peter Mandel considera i sette organi di comando del cervello come un centro informativo di fondamentale importanza per la ricerca della causa di una malattia.
Si tratta di indurre degli impulsi regolatori, perché il sistema bloccato, che reagisce in modo errato, venga riportato alla sua reazione naturale coerente (cioè della stessa lunghezza d’onda e dello stesso tipo di vibrazione).
Il primo passo, quello più importante, è la normalizzazione delle informazioni trasversali tra cervello destro e sinistro, il riequilibrio, ed eventualmente l’eliminazione, dei blocchi esistenti.
La terapia cromo-sonora di base “Riequilibrio Psicosomatico” è dedicata al mantenimento o ripristino di una sincronizzazione armoniosa e funzionale, che è un fattore fondamentale per la salute e la guarigione.
Nella terapia cromo-sonora della “Suggestione”, invece, vengono usate delle frequenze sonore che corrispondono alle frequenze pure dei colori della Cromopuntura di Mandel.
È facile immaginare che la trasformazione puramente tecnico-matematica dei colori terapeutici in suoni non sia sempre piacevole per l’orecchio umano.
Per questa ragione le varie combinazioni e sequenze di suoni sono state inserite dentro melodie armoniose, senza che vada persa la loro forza ed intensità terapeutica.
Con la trasformazione di precisi colori della Cromopuntura in frequenze di suoni è stata trovata una strada che, attraverso il cervello, permette di trasmettere delle informazioni ai sistemi di regolazione del corpo e di influire, quindi, sulle leggi del flusso energetico nell’essere umano.
Questa terapia sonora sostiene e stabilizza le funzioni fisiche e cerebrali.
Potrebbe essere importante, intendendo così in modo diverso la musica, individuare in un brano musicale quegli aspetti biopsicologici che massimamente innescano i collegamenti tra udito ed altre percezioni (ad esempio, tra la voce ed altre modalità espressive).
La musica, ad esempio, è spesso centrata su messaggi ignorati, sotto il profilo psicobiologico, dai musicisti, anche se, forse inconsciamente, ritmi o effetti particolari sono presenti nei brani come contenuti comunicazionali, estranei tuttavia alla tematica estetica coltivata dall’Artista.
Ad esempio, con frequenze sintoniche con il ritmo del cuore e del respiro la musica induce la calma e la stasi, altre volte essa porta al dialogo (ad esempio nelle sonate al pianoforte a due o più mani, o nei quartetti, ecc.), così come essa può portare depressione, sgomento, maniacalità, gioia, ecc., se presentata tramite “insiemi” o clusters compositivi che riecheggiano le modalità associative del pensiero umano.
Questi contenuti comunicazionali non fanno parte della lirica estetica, anche se sono parte integrante del messaggio musicale.
Noi lavoriamo con la musica per favorire questo aspetto interattivo del messaggio, la dimensione di aspettativa o di intenzionalità potenziale – dimostrabile con i potenziali evocati – in cui inserire gli spazi positivi del paziente, dalle sue risorse residue alla sua creatività.
Si utilizzano messaggi intrinseci del brano per stimolare subliminarmente, preconsciamente o inconsciamente specifiche funzioni corporee o mentali, in riabilitazione o in psicoterapia ad orientamento analitico.
Il brano musicale, opportunamente prescelto, viene usato come sottofondo, spesso onirico.
Nelle sedute di psicoterapia con musica viene presentato al paziente il brano musicale mentre questi è assorto nelle sue “allucinazioni ipnagogiche”, come le chiamava Freud.
La produzione onirica spontanea viene modificata dalla musica: ne emerge un sogno, interpretabile analiticamente, come frutto della complessa relazione terapeutica, in cui compare anche il messaggio del Musicista.
Nella misura in cui i sogni e l’immaginario sono il supporto della fantasia, che, come è noto, porta all’inventività progettuale creativa, si può sperimentalmente verificare che la musica si connette con la creatività, perchè genera inaspettatamente sogni e capacità di rappresentazione che forse prima non avevamo.
Questa tecnica, nuova nel campo dalla psicoterapia, permette di introdurre nell’ascoltatore, paziente o cercatore di esperienze nuove, dinamiche associative tratte dal messaggio del musicista.
Si fa interagire di fatto la personalità e lo stato d’animo del musicista al momento dalla composizione con la personalità del paziente.
In questa proposta la musica induce dinamiche nuove, sia nei sogni in seduta che in quelli notturni, in funzione dei contenuti simbolici o strutturali del brano presentato.
Grazie alle proprietà strutturali del brano, con esso si innescano nell’ascoltatore modificazioni positive, che sono comprovate da evidenti miglioramenti delle funzioni percettive o prassiche, da una rivitalizzazione dell’Immaginano nelle sue componenti oniriche o progettuali, compresa una maggior libertà di intuizioni creative.
Quali riabilitatori, usiamo la musica come “traccia” subconscia, necessaria per attivare potenzialità percettive o espressive latenti. Come psicoterapeuti e psicoanalisti usiamo la Musica per stimolare l’immaginario ed i sogni, quali espressioni delle risorse creative.
Essa riesce oggettivamente a modificare le potenzialità del paziente, agendo su una sua possibilità di accedere alle risorse dell’Io corporeo e mentale e, qualora le sue capacità di accesso alle funzioni senso-motorie non siano ottimali, stimolando con essa la sua inventività creativa.
Dott.ssa Giusy Negro
Dottore in filosofia, docente di musica, musicoterapeuta e psicopedagogista clinica, docente del Campus Laboratori Borri
negro.giusy@libero.it