Alterazioni Posturali e Obesità
L’obesità è una condizione medica caratterizzata da un eccessivo accumulo di adipe, il quale può comportare gravi conseguenze sulla salute di un essere umano.
Tra le svariate problematiche che vi si presentano, analizziamo la componente POSTURALE, ossia la posizione del corpo umano nello spazio.
Un indicatore rapido per definire se una persona è in sovrappeso o obesa è il calcolo dell’Indice di Massa Corporea (IMC), definito tra due parametri, e cioè il rapporto tra peso (in kg) e altezza (in metri) al quadrato.
IMC = Peso (kg) / Altezza (m)²
Si definisce sovrappeso una persona che rientra nei valori 25 kg/m² e 29,9 kg/m², invece si obesi quando i valori superano i 30 kg/m².
Ad esempio una persona alta 1,72m che pesa 81 kg avrà un valore IMC di???
IMC = 81(kg) / 1,72 (m)²
IMC = 81(kg) / (1,72m x 1,72m)
IMC = 81(KG) / 2,9584 m²
IMC = 27,3796 kg/m²
Questo soggetto risulterà essere sovrappeso.
Tralasciando in questo articolo tutta la sfera ormonale (che verrà affrontata nel prossimo articolo), analizzeremo l’aspetto posturale di un soggetto obeso ed in sovrappeso.
La postura eretta ottimale vuole che il baricentro, ossia la risultante di tutte le forze del corpo, cada perpendicolare e attraversi il corpo della terza vertebra lombare, rendendo economico ogni posizione assunta da un essere umano.
Nei soggetti obesi e in sovrappeso, la risulte delle forze risulterà alterata dall’eccessiva presenza di adipe distribuita in tutto il corpo, una piccola differenziazione va fatta tra il maschio che avrà un accumulo dell’adipe nella zone addominale, quindi una pancia prominente, invece la femmina avrà un eccesso di adipe nella zona del bacino e dei seni. Detto ciò analizziamo le alterazioni posturali nei soggetti obesi.
Si evidenzieranno alterazioni nei tre piani dello spazio.
Partendo dall’alto noteremo, un’anteposizione del capo con conseguente rettilineizzazione del tratto cervicale, questa alterazione posturale comporterà una sintomatologia a tutto il tratto cervicale, principalmente di tipo muscolare per poi risalire alla struttura cranica, determinando emicranie muscolo tensive, alterazione dell’articolazione temporo-mandibolare ed altre patologie a tutto il distretto del capo.
Al di sotto del tratto cervicale, in estrema connessione con quest’ultimo disretto, evidenziamo aumento della curva dorsale, definita ipercifosi, la quale essendo una struttura di ancoraggio posteriore per le costole, determinando una ridotta mobilità della gabbia toracica che sommata all’eccessivo peso che deve sostenere, causato dall’adipe presente a livello pettorale può insorgere una iniziale difficoltà respiratoria.
Scendendo dal tratto dorsale incontriamo una alterazione del tratto lombare definita, iperlordosi lombare, questa curva si accentua, determinando un aumento del lavoro statico dei muscoli vertebrali e paravertebrali della zona lombare, i quali dovranno controbilanciare la forza dell’adipe accumulato nella zona addominale, quindi questo connubio tra struttura alterata e aumento del lavoro non beneficiano assolutamente all’azione fisiologia di questo segmento corporeo al quale andranno in aiuto ulteriori strutture, come gli estensori dell’anca (gli ischio-crurali), questi ultimi si accorciano diventando dei tiranti molto poco dinamici per sostenere il tratto lombare, i glutei si indebolisco con conseguente ipotono e ipotrofismo della zona, con ulteriore squilibrio dell’azione della Catena Posturale Posteriore.
Tutti questi scompensi nella colonna vertebrale possono facilmente degenerare in discopatie, protrusioni ed ernie discali.
Si evidenzierà una rotazione anteriore del bacino e verticalizzazione dell’osso sacro, con conseguente dolorabilità della zona, l’eccesso di adipe indebolisce la parete addominale, lo stesso tessuto adiposo che spingerà sulla zona pubica causando una rotazione anteriore del bacino.
Agli arti superiori si presenta una intra-rotazione e anteposizione delle spalle, conseguenza dell’eccesso di volume e la trazione che i muscoli pettorali hanno rispetto al braccio.
Agli arti inferiori si evidenzia una flessione anomala sia dell’anca che del ginocchio al quale si aggiunge un valgismo con una stretta connessione al piattismo della volta plantare. La presenza eccessiva di grasso nella parte interna delle cosce determina il bisogno di aumentare la base di appoggio distanziando i piedi, questa alterazione strutturale del ginocchio la si definisce valgismo, l’eccessivo peso causa, ulteriormente, il crollo della volta plantare con conseguente piede piatto.
Tutte queste alterazioni strutturali causano una conseguente impossibilità allo svolgimento dell’attività fisica, anche per perdere peso, l’alterata funzionalità muscolare e per l’eccessiva massa, che i muscoli e le articolazioni devono sostenere e muovere durante il gesto atletico, creando così un circolo vizioso di alimentazione scorretta e mancanza di attività fisica.
Il ragionamento più logico è quindi, di non giungere a questa situazione, che comporterà immensi sacrifici fisici e mentali per riprende un’ottimale condizione fisica, ma PREVENIRE l’insorgenza di questa condizione patologica, la quale oltre ad avere una modificazione estetica della persona, comporta gravi conseguenze psicologiche, ormonali, etc.
PREVENIRE quando stiamo in salute, il nostro corpo vivendo in uno stato omeostatico, di equilibrio sistemico, è in grado di tollerare condizioni temporanee di alterazione dell’organismo.
Quando ci troviamo nella condizione di obesità o sovrappeso, il corpo è ormai allo sbando in tutti i suoi sistemi, in questo caso diventa molto complicato rientrare nei ranghi fisiologici.
Nulla è impossibile, la volontà e quindi la mente governano su tutto.
Antonio Petrone