Lo stress e la salute: i motivi che spingono il corpo alla malattia
Lo stress rappresenta una risposta fisiologica complessa del nostro organismo a situazioni percepite come minacciose o eccessivamente impegnative.
Questa risposta è mediata da un intricato sistema di segnali ormonali, al cuore del quale si trova l’asse ipotalamo-ipofisi-surrene (HPA). Quando ci troviamo di fronte a una situazione di stress, l’ipotalamo secerne il fattore di rilascio della corticotropina (CRH), che a sua volta stimola l’ipofisi a rilasciare l’ormone adrenocorticotropo (ACTH). Quest’ultimo viaggia attraverso il flusso sanguigno fino a raggiungere le ghiandole surrenali, inducendole a produrre cortisolo, un ormone steroideo con potenti effetti sulla regolazione del metabolismo, sulla risposta immunitaria e sulla funzione cardiovascolare.
Sebbene il cortisolo svolga un ruolo cruciale nell’aiutarci a gestire le situazioni di stress acuto, fornendoci l’energia necessaria per affrontarle, una sua prolungata elevazione nel tempo può avere effetti deleteri sulla salute, contribuendo allo sviluppo di patologie quali disturbi dell’umore, malattie cardiovascolari e compromissione del sistema immunitario. Pertanto, comprendere i meccanismi ormonali dello stress e sviluppare strategie efficaci per la sua gestione rappresenta un aspetto fondamentale per promuovere il benessere psicofisico dell’individuo.
L’interconnessione tra stress e salute è un fenomeno complesso e multidimensionale, che merita un’analisi approfondita per comprenderne le dinamiche e le implicazioni.
Lo stress, inteso come la risposta psicofisica dell’individuo a stimoli esterni percepiti come minacciosi o eccessivamente impegnativi, può avere effetti significativi sul benessere e sulla salute dell’organismo. Quando lo stress si protrae nel tempo senza adeguati periodi di recupero, può determinare uno stato di affaticamento cronico, noto come stress cronico, che incide negativamente su vari sistemi del corpo, tra cui il sistema immunitario, cardiovascolare e nervoso.
Questa condizione di prolungata attivazione stressogena può predisporre l’individuo a una vasta gamma di patologie, quali disturbi cardiovascolari, gastrointestinali, ansia, depressione, e compromettere significativamente la qualità della vita. Pertanto, è essenziale adottare strategie efficaci di gestione dello stress, che includano tecniche di rilassamento, attività fisica regolare, una dieta equilibrata e, ove necessario, supporto psicologico professionale, al fine di promuovere uno stato di salute ottimale e prevenire l’insorgenza di malattie correlate allo stress.
Generalmente la sola parola stress è sufficiente per rievocare in noi qualcosa di negativo. È come se andasse ad attivare una sorta di campanellino che, a sua volta, va a sollecitare un collegamento prestabilito che fa attivare in noi una sorta di malessere.
Questa, però, è la classica trappola collegata con l’uso quotidiano e sociale che generalmente si fa del termine, utilizzato per descrivere sempre e solo situazioni negative che comportano disagio, tensione, forte preoccupazione o addirittura ansia. Dobbiamo però fare una premessa importantissima, ovvero che il termine stress, in realtà, non è solo qualcosa di negativo e nel corso di questa lezione vedremo perché.
Prima di analizzare nello specifico le modalità che ci possono consentire una corretta gestione dello stress, è utile capire cos’è lo stress e chi ha parlato per la prima volta di stress.
Come molte parole, anche il termine stress deriva dal latino, in particolare dal termine rictus e indica qualcosa di stretto, di compresso. Quello che, però, maggiormente ci interessa, è il suo significato inglese, lingua nella quale, il termine stress significa “tensione, sforzo, sollecitazione”.
Per capire come questo termine sia entrato a far parte del linguaggio psicologico, dobbiamo allargare la nostra visuale sino al campo della metallurgia ove stress indica la “pressione” esercitata su un metallo per testarne la resistenza.
Qui entra in gioco un fisico di nome Hooke, che indicò con questo termine l’area sulla quale viene esercitata una pressione.
Proprio grazie ad Hooke e ai suoi studi sui metalli che la psicologia adottò il termine stress per indicare ogni causa capace di esercitare sull’organismo una tensione.
Il primo ad associare questo termine a una reazione dell’organismo fu, circa un secolo fa, W.B. Cannon un fisiologo statunitense. Egli, nell’ambito delle sue ricerche sui meccanismi relativi alla reazione di attacco/fuga indicò con il termine stress tutte quelle modificazioni indotte da uno stimolo, utili al mantenimento dell’integrità fisica dell’animale/uomo.
Da ciò possiamo evincere come lo stress rappresenti l’insieme di quelle modifiche che avvengono in tutto il sistema vivente che, da uno stato di normale equilibrio basale passa ad uno stato di attivazione e di difesa. Questa attivazione genera una tensione profonda nell’intero sistema.
Già da ora possiamo notare come, in origine, tale termine avesse un significato positivo, in quanto andava a designare una serie di attivazioni adattative per la vita. Successivamente, importanti ricerche sullo stress vennero fatte da Hans Selye negli anni ’30 del secolo scorso.
Egli era un medico austriaco poi naturalizzato canadese. Selye definì lo stress come una risposta adattiva non specifica dell’organismo ad un’ampia gamma di stimoli, denominati appunto stressor.
Vorrei porre l’attenzione sul termine non specifica, in quanto ci fa capire che ogni stimolo esterno è potenzialmente generatore di stress, ma soprattutto vorrei porre l’attenzione sul concetto di adattiva, aspetto già sottolineato da Cannon e che ancora una volta porta in luce il risvolto positivo dello stress.
Fortunatamente, non sempre il tipo di risposta dell’organismo ha un effetto negativo, anzi, spesso le modificazioni biologiche permettono all’organismo di adattarsi in maniera funzionale alle stimolazioni provenienti dall’esterno.
Selye a tal proposito, nel 1974, ha coniato i termini di “ eustress”, risposta adattiva che rende l’organismo in grado di interagire in modo adeguato con l’ambiente, e di “distress” che indica la risposta protratta per lungo tempo che assume una valenza negativa per l’organismo; ovvero quello che tutti noi intendiamo quando parliamo di stress.
Salvatore Etta