Eventi

Gli atti del XXII Congresso Nazionale di Vitaminologia

Il Prof. Fidanza e i suoi testi universitari

Il 19 maggio 2011, a Roma, si è svolto il XXII° Congresso Nazionale di VITAMINOLOGIA, presso l’Accademia di Storia dell’Arte Sanitaria di Roma, presso l’Ospedale S. Spirito, in Lungotevere in Sassia n. 3.

L’attuale Presidente dell’Accademia, G. Iacovelli, ha dato il benvenuto ai congressisti ed ha aperto ufficialmente il Congresso con una gradita messa di ricordi accademici, ringraziando caldamente, per la segreteria scientifica e congressuale nonché per l’organizzazione dei lavori, la Fondazione Professor Alberto Fidanza, e ringraziando anche il Prof. Alberto Fidanza per questo nuovo Congresso, incentrato su “Le vitamine in ginecologia“.

Il Pres. Iacovelli ha sottolineato anche il contributo dell’Accademia alle Celebrazioni del 150° Anniversario dell’Unità d’Italia  (le cui cerimonie di chiusura si svolgeranno anche presso i locali dell’accademia medesima), ed ha sottolineato gli studi sempre più rigogliosi in vitaminologia applicata alla ginecologia.

Dopo un cortese saluto del Presidente dell’Ordine dei Farmacisti, è intervenuto il Prof. Fidanza, Presidente del Centro Internazionale di Vitaminologia di Roma, ringraziando la Prof.ssa Martinoli per il dono dei 24 volumi di Vitaminologia custoditi nella Biblioteca della Sapienza, e ringraziando altresì il Prof. Iacovelli per i meravigliosi locali congressuali e per l’opera dell’Accademia. Il Prof. Fidanza ha altresì ringraziato, commosso i suoi numerosissimi allievi, ed ha ribadito l’importanza delle vitamine in ginecologia e segnatamente dell’acido folico (Vit. B9) nella prevenzione della spina bifida e delle altre malformazioni del bambino.

Dopo il Prof. Fidanza, il Prof. A. Ciammaichella (Primario Medico Emerito dell’Ospedale S. Giovanni di Roma), ha parlato delle cardiopatie ischemiche, del rischio costituito dal fumo passivo come aggravante delle malattie coronariche, delle correlazioni tra fumo e chirurgia cutanea ed anche di ipertensione in gravidanza nonché degli eventuali inconvenienti derivanti da un uso non oculato dei sartani. Nell’articolata relazione sono state sottolineate le componenti sclerotiche nella cardiopatia ischemica, ed a tal proposito, un veloce excursus ha esaminato l’aumento delle donne fumatrici e dei casi di cancro polmonare, dovuti anche al fumo passivo ed al rischio di malattie coronariche che coinvolge anche i non fumatori, rischio aggravato da vari fattori, tra cui la vita sedentaria. I rischi di malattie coronariche sono comunque maggiori per i fumatori abituali.

Nella chirurgia cutanea, il fumo è perfino significativa causa di ritardo nelle cicatrizzazioni cutanee, con ritardi che sovente raggiungono anche le quattro settimane (tanto da consigliare di dismettere il fumo almeno quattro settimane prima e quattro settimane dopo un intervento chirurgico), e tali ritardi riguardano anche la rivascolarizzazione delle dita nei trapianti. La spietata verità delle indagini statistiche illustra che soltanto il 5%  di coloro che provano a smettere di fumare riesce effettivamente ad abbandonare il fumo. Eppure il fumo ed il tabagismo possono aggravare la tachicardia. Riguardo all’ipertensione in gravidanza, il Prof. Ciammaichella ha rilevato che i sartani, pur prescrivibili, potrebbero tuttavia essere teratogeni, di qui la possibilità di evitarli o comunque prescriverli solo se veramente necessari. Il Prof. Ciammaichella ha poi esaminato l’incidenza dell’ipertensione polmonare sui decessi in gravidanza (circa il 50%), la necessità di apposite diete e programmi di esercizio fisico nel diabete gestazionale, la vulnerabilità delle coronarie femminili (se infatti è vero che la coronaropatia inizia già a 40 anni nell’uomo mentre le arterie della donna sono maggiormente protette grazie agli estrogeni, va pur rilevato che peraltro le coronarie della donna sono più piccole rispetto a quelle dell’uomo e che inoltre l’uomo riesce a formare nuove vie coronariche collaterali, mentre tale neoformazione di vie coronariche è assai minore della donna, con maggiori rischi di infarti mortali e maggiore incidenza di infarti silenti misconosciuti nonché di angine microcircolatorie, ed infine con conseguente maggior vulnerabilità all’infarto nella donna dopo i 50 anni ed i minori giovamenti che essa può avere sia dai by-pass che dall’angioplastica), e la necessità di incrementare alcune vitamine in gravidanza. L’acqua corporea in gravidanza aumenta infatti di 6-8 litri (generalizzata ritenzione idrica, formazione del liquido amniotico e necessità del controllo termico corporeo) ed il sangue aumenta sovente del 30%, con conseguente sforzo cardiaco ipertensivo. Il Prof. Ciammaichella ha quindi sottolineato che il fabbisogno di folati in gravidanza aumenta fino a quadruplicare. La somministrazione di acido folico influisce grandemente anche sulla buona funzionalità del miometrio (o tunica muscolare dell’utero), e va quindi controllata costantemente, come pure l’apporto di grassi e zuccheri. Vanno infatti evitati i corpi chetonici acidofili. Il Prof. Ciammaichella ha infine ricordato la necessità di un’equilibrata coesistenza di grassi e zuccheri in gravidanza, posta la necessità dei carboidrati ai fini dello smaltimento dei grassi .

I partecipanti al XXII Congresso Nazionale di Vitaminologia

Poi è intervenuta la Prof.ssa Eugenia De Luca D’Alessandro (Dipartimento di Scienza di Sanità Pubblica presso l’Università La Sapienza di Roma), la quale ha parlato delle vitamine in gravidanza ed allattamento, con particolare riguardo alle vitamine del Gruppo B, particolarmente preziose per i metabolismi biochimici interni in gravidanza. La Prof. D’Alessandro ha poi parlato del ruolo, svolto durante la gravidanza e nel corso dell’allattamento, della Vitamina A nonché della Vitamina C e della Vitamina D. Una dieta bilanciata dovrebbe garantire un’adeguata quantità di acido folico (vit. B9), eppure la carenza di acido folico riguarda il 33% delle donne occidentali. Riguardo a tale carenza, essa può cagionare grave scarsità sia dei globuli rossi che dei globuli bianchi che delle piastrine (pancitopenia), nonché provocare lesioni placentari. Sulla Vit. A in gravidanza, è stata sottolineata la sua azione regolatrice del corretto accrescimento fetale.

L’avitaminosi inerente la vitamina B1 (tiamina) può essere indotta dall’etanolo, circostanza riscontrabile in chi abbia fatto uso eccessivo di alcool anche saltuario. Va evitata anche la carenza di Vit. B12 (cianocobalamina), al fine di evitare l’incompleto o difettoso o abnorme sviluppo dei globuli rossi, con ovvia ripercussione sulla funzionalità di essi.

Sulla Vitamina D è stata ricordata la sua importanza al fine della eventuale riduzione di parti cesarei nonché per evitare gravi patologie riguardanti ossa e denti. In particolare va ricordata la ricerca (vedasi Medical Journal of Australia ultimo numero rispetto al 5 maggio 2011) guidata dalla Dottoressa Sue Lynn Lau e dalla Dottoressa Jenny Gunton, svolta presso il Sydney’s Garvan Institute of Medical Research, con cui si è osservato che le donne con il peggior controllo della glicemia presentavano anche i livelli più bassi di Vit. D, e che la carenza di Vit. D può causare seri problemi per la salute delle ossa nel futuro bambino, e che il diabete gestazionale delle donne inoltre mette queste ultime a più alto rischio di complicazioni nella gravidanza (come la pre-eclampsia o gestosi o EPH ossia Edema Proteinuria and Hypertension, ed il taglio cesareo) e può aumentare il rischio di sviluppare in seguito un diabete di tipo 2 (non insulino-dipendente).

In proposito alcuni studiosi australiani hanno riscontrato una recrudescenza di rachitismo nei bambini australiani connessa con tale deficit vitaminico, ed in molti studi condotti su popolazioni locali è riscontrato che non sorvegliare i livelli di Vitamina D aumenta i rischi di sviluppo del diabete nei nascituri, ed è stato evidenziato anche che la carenza di Vitamina D in gravidanza potrebbe comportare  l’insorgenza del diabete in gravidanza, con rischi di taglio cesareo o di avere neonati che nascono troppo grandi o con glicemia eccessivamente bassa. Ne consegue il suggerimento di incrementare la Vitamina D in gravidanza. Assumere integratori vitaminici durante la gravidanza assicura almeno il livello minimo di vitamine del gruppo B, Vit. A, Vit. C (la cui carenza in gravidanza è piuttosto comune) e Vit. D.

Alla fine della relazione della Prof. D’Alessandro, il Prof. Fidanza ha ribadito l’importanza degli integratori vitaminici, sottolineando che la semplice esposizione alla luce ed al calore di frutta e verdura sulle bancarelle dei mercati riduce e degrada gravemente il contenuto vitaminico di alimenti che noi consideriamo sani, genuini e salutari ma che, purtroppo, contengono vitamine termolabili, che si riducono sensibilmente già dopo cinque o sei ore di esposizione al sole.

Poi è stata la volta del Prof. Romano Forleo (Primario Ginecologo Emerito dell’Ospedale S. Giovanni Calibita – Fatebenefratelli di Roma – Isola Tiberina)  il quale, da membro del comitato Bioetico per la Vigilanza sui Farmaci, ha sottolineato che le vicende delle vitamine non vanno mescolate alle questioni inerenti i farmaci alternativi come i ritrovati omeopatici, e come i fitofarmaci, ed ha avvertito di non sottovalutare i pericoli di dosaggi eccessivi di vitamine A  e D  in  gravidanza, sottolineando che la supplementazione di vitamine e di oligoelementi (come ad esempio il selenio, il cromo, il silicio etc. etc.) è un fatto culturale, al fine di prevenire alcune malattie malformative del feto. Le vitamine, somministrate all’inizio della gravidanza, prevengono malattie e malformazioni del feto, tra cui l’incompleta maturazione a livello midollare delle cellule del sangue, oltre a proteggere la gestante.

Il Prof. Forleo ha anche indicato dati statistici significativi (il 37% delle donne che supereranno i 90 anni andrà incontro a forme di demenza senile) ed ha parlato della problematica degli ormoni e della loro influenza sul sistema nervoso centrale. Sull’interessante problematica degli ormoni, il Prof. Forleo ha ricordato che nel corrente 2011 si parla di neuro-endocrino-immunologia (PNEI), con ciò intendendo le intime relazioni tra le cellule del sistema nervoso, disposte a formare i vari tessuti, che a loro volta si relazionano con le cellule endocrine, le quali a loro volta si relazionano con le cellule immunitarie (linfociti, cellule di Langerhans, macrofagi etc. etc.), ed in questo quadro generale anche gli oligoelementi giocano una parte importante: questa particolare disciplina (nata con Hans Selye), volta ad indagare le relazioni tra il funzionamento del cervello e del sistema immunitario, ha di recente conseguito grandi e nuove acquisizioni nel campo dell’immunologia e delle neuroscienze.

Il Prof. Forleo ha altresì ricordato che le vitamine hanno anche funzioni di catalizzatori delle vie biochimiche del nostro organismo (per esempio, in riferimento ad una più veloce cicatrizzazione di una ferita accidentale o chirurgica).

Quindi la Prof.ssa L. Martinoli (Dipartimento di Farmacologia delle sostanze Naturali e di Fisiologia Generale presso l’Università “La Sapienza“ di Roma) ha parlato di angiogenesi. Infatti, durante lo sviluppo fetale, e nel corso delle modificazioni che avvengono nei tessuti uterini durante la gravidanza, il fenomeno della angiogenesi svolge un ruolo-chiave, intendendo come angiogenesi l’origine di nuovi vasi sanguigni e considerando anche tutti i fattori che ostacolano o favoriscono tale processo. Nell’angiogenesi, gioca come inibitore l’angiostatina. Per quanto concerne l’acido retinoico, occorre precisare che i tessuti endometriali lo sintetizzano durante il periodo della gravidanza. Peraltro occorre anche mettere in luce che l’acido retinoico, da solo, ha ridotte probabilità di influire sul VEGF (fattore di crescita vascolare endoteliale, vascular endotelial growth factor). Va tuttavia considerata una serie di circostanze anatomiche: le cellule endometriali dello stroma possono sintetizzare il VEGF, e d’altra parte ci può essere un fenomeno di amplificazione dell’effetto del VGEF costituito proprio dalla stessa architettura dello stroma (tessuto connettivo dell’endometrio).

Le cellule stromali formano un fine reticolo di linee intrecciate tra loro, ed è proprio questo il campo di azione in cui la vitamina D influisce sul sistema riproduttivo: anche a livello dell’endometrio. Altro momento di rilevante influenza della vitamina D è quello in cui si impianta la blastocisti. Non dimentichiamo poi, a livello del sistema immunitario uterino, che la vitamina D influenza il passaggio evolutivo che avviene dalla fase di Th1 (linfociti di tipo “Helper“ 1) alla fase di Th2, e controlla la correlazione tra la quantità di acido retinoico, presente nella prossimità dei vasi sanguigni uterini, e la sintesi endogena del VEGF. Per tutti questi motivi, l’endometrio è pieno di recettori per la Vit. D. Ma va anche rammentato che recenti ricerche hanno comprovato che l’integrazione della dieta con Vitamina D e calcio riduce il rischio ed i sintomi della sindrome pre-mestruale (ed a tal fine occorrono, almeno secondo recenti acquisizioni dei ricercatori della Massachussets University of Amherst, 706 UI/die di Vit. D ed almeno 500 mg di calcio pro-die per ridurre tali sintomi). Va rilevato che attualmente i dosaggi di vitamina D vengono espressi in microgrammi di colecalciferolo: per fare un esempio, 70 microgrammi di colecalciferolo equivalgono a 2800 UI o  Unità Internazionali. Si rammenta anche che la sensibilità ai recettori della prolattina dipende dalla quantità degli acidi grassi poli-insaturi, e che la vitamina E protegge proprio gli acidi grassi poli-insaturi dalla perossidazione. La Prof. Martinoli ha poi ricordato, per quanto attiene il metabolismo dell’omocisteina, l’influenza positiva della vitamina B3 (niacina) e dalla vitamina B12 (cianocobalamina).

Successivamente il Prof. C. Giorlandino (Segretario Generale della S.I.D.I.P) ha ribadito l’attuale interesse scientifico per l’acido folico e per gli acidi grassi poli-insaturi (con particolare riguardo agli Omega 3). La medicina materno-fetale ha progressivamente esteso il proprio interesse per gli acidi grassi poli-insaturi, ed ha recentemente ridimensionato l’importanza del ferro nel trattamento di routine delle gestanti, che fino agli anni ‘80 del ‘900 consisteva in acido folico, proteine, calcio e ferro, mentre ad esempio la più recente scuola anglo-sassone ha talvolta ritenuto il ferro addirittura pericoloso. Recenti acquisizioni, sostenute dai ricercatori sul campo, dimostrano che in realtà ben sette donne ogni dieci presentano valori di emoglobina (Hgb) pari ad 11 (undici grammi per litro di sangue), anziché il normale valore di Hgb della donna, che dovrebbe trovarsi tra i 12 ed i 16 grammi per litro (per l’uomo, invece, l’Hgb normale è tra i 14 ed i 18 grammi per litro).

Tale diffusa forma di quasi fisiologica anemia fa sì che, in realtà, il fabbisogno di ferro non sia eccessivo, e l’uso sconsiderato di ferro potrebbe anzi essere dannoso per le donne non anemiche. Nel periodo della gravidanza può essere dannoso anche un alterato rapporto Omega3/Omega6, che nella normalità dovrebbe essere di 2 a 1. Ad oggi, ben 78 studi randomizzati hanno comprovato l’efficacia degli omega3 in gravidanza. Per studiare determinate malattie rare, che seguono alla gravidanza, è stato studiato il liquido amniotico. Il Prof. Giorlandino ha poi  illustrato l’ampiezza e la frequenza di risultati abnormi riguardanti alcune analisi cliniche, in correlazione a gestanti che avevano assunto integratori di propria iniziativa, con il messaggio finale di evitare l’uso incontrollato di integratori al di fuori del controllo medico.

Infine Il Prof. Elvio Marovello, del Dipartimento di Ginecologia dell’Accademia di Storia dell’Arte Sanitaria di Roma, il quale ha indicato alcuni aspetti dell’eziopatogenesi del danno fetale, correlato agli squilibri, alle alterazioni dismetaboliche ed alle inadeguatezze alimentari delle gestanti. Le diete comunemente seguite creano spesso scompensi vitaminici, il c.d. “mal di  dieta“, che si verifica perché negli schemi dietetici impartiti alle donne in gravidanza spesso vengono lasciate fuori le vitamine liposolubili (vit. A, vit. D, vit. E e vit. K o antiemorragica) ed anche quelle idrosolubili (vitamine del gruppo B, Vit. C). Le dosi di vit. A necessarie alla donna in gravidanza  possono aumentare di molto durante l’allattamento, tanto da subire un forte incremento. Se la donna  gravida ha bisogno di 800 microgrammi di Vit. A (un microgrammo è un milionesimo di grammo o un millesimo di milligrammo), tale fabbisogno aumenta fino a 1.300 microgrammi durante i primi sei mesi di allattamento, per stabilizzarsi poi a 1.200 microgrammi dal settimo mese di allattamento in poi. Riguardo alle Unità Internazionali, va ricordato che un tempo il fabbisogno della vitamina A veniva misurato in Unità Internazionali (UI: una UI equivale a 0,3 microgrammi di retinolo cristallino oppure 0,6 microgrammi di betacarotene), e che successivamente (nel 1967) un comitato di esperti della FAO ha raccomandato la necessità di misurare il fabbisogno di Vit. A in RE, ossia in termini di retinolo equivalente: 1 microgrammo di retinolo equivale ad un RE o Retinolo Equivalente, mentre la quantità richiesta di betacarotene per un RE è di 6 microgrammi (mcg ). In definitiva, 400 RE di Vitamina A equivalgono a 2000 U..Il prof. Marovello ha poi illustrato l’importanza delle varie vitamine in gravidanza, illustrando tra l’altro l’importanza della Vitamina K e la necessità di dosi di Vitamina C superiori a 70 mg, correlate tuttavia spesso (insieme a dosi eccessive di Vit. E)  all’ insorgenza di  più di una sindrome prenatale. Sul ruolo delle vitamine in menopausa, il Prof. Marovello ha riferito  l’importanza delle vitamine del gruppo B, della vit. C, della Vit. D, della Vit. E, e di altre sostanze ed oligoelementi. Tra questi ultimi risultano importanti gli Omega 3, che agiscono in modo positivo sulle cellule cerebrali delle donne in menopausa, in dosi (importanti per le famose vampate) che recenti studi spingono sempre più in alto, nonché il triptofano che può concorrere a migliorare le  emicranie che precedono la menopausa (in proposito è stata ricordata una ricerca della Griffith University of Queensland-Australia del 2009, inerente anche all’omocisteina).

Sono stati anche studi della University of Alabama inerenti ai tamponi vaginali effettuati su circa 1500 donne, in cui veniva riferita una miglior situazione batterica vaginale dopo la somministrazione di polivitaminici, nonché studi di importanti Università estere su tali argomenti.

Il Prof. Marovello ha efficacemente chiosato con la frase “aiutati con le vitamine, che Dio ti aiuta meglio“.

Anche il Prof. Fidanza ha infine preso la parola in modo colloquiale e cordiale, sottolineando la propria rispettabile età di 88 anni, dovuta alla consapevole assunzione di integratori vitaminici, e chiudendo degnamente il Congresso, in mezzo ad applausi entusiastici.

Ha fatto seguito un breve dibattito a domande e risposte.

Iscriviti per ricevere periodicamente i nostri articoli.

Non inviamo spam!
Leggi la nostra Informativa sulla privacy per avere maggiori informazioni.

Prof. Alberto Fidanza

Geniale scienziato, che per 70 anni ha svolto attività di ricerca scientifica quale cattedratico di Fisiologia Generale e Preside di Facoltà nell’Università “La Sapienza” di Roma dove è stata fondata la nuova scienza “La Vitaminologia” ed è stata effettuata l’importante scoperta scientifica dell’azione protettiva delle vitamine. Presidente del Centro Internazionale di Vitaminologia di Roma.

    Lascia un commento